Mazzata

Scolmatore del Bisagno a rischio stop: Consiglio di Stato riabilita l’interdittiva antimafia

Sarebbe il secondo nel giro di pochi mesi. Toti: "Chiederemo all'Avvocatura di Stato come muoverci"

Genova. Nuovo colpo di scena per la tormentata storia dello scolmatore del Bisagno: il Consiglio di Stato, infatti, ha riabilitato l’interdittiva antimafia sul consorzio Research che ha in carico la realizzazione dell’opera, di fatto mettendo nuovamente sul tavolo un possibile stop.

“La situazione è singolare – ha commentato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, commissario governativo dell’opera – quel consorzio è stato considerato mafioso o non mafioso da vari tribunali a senso alternato abbiamo già fermato e riaperto quel cantiere due volte. Peraltro con una denuncia nei confronti del sottoscritto in qualità di commissario che ha chiuso il cantiere alla prima interdittiva, lo ha riconsegnato quando è stata annullata, e adesso ce n’è una nuova”.

Toti fa sapere di avere già “convocato l’Avvocatura dello Stato per sapere come ci dobbiamo comportare. Peraltro, è pendente un giudizio di riabilitazione presso il Tribunale campano per quel consorzio ed è già fissato per il 27 marzo. Abbiamo un’esigenza di tutela delle legalità, ma abbiamo anche l’esigenza di non avere un cantiere che come i treni fa una fermata ogni quarto d’ora a seconda del tribunale che si pronuncia. Chiederemo se è necessario risolvere nuovamente il contratto o se occorre aspettare la nuova pronuncia giudiziaria per avere una parola definitiva o per sapere qualche altra misura deve prendere la struttura commissariale”.

Serve un coordinamento tra tribunali – sottolinea il viceministro a Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi – Su opere come quelle, quando ci sono appalti pubblica, bisogna garantire la salvaguardia del cittadino e la realizzazione dell’opera. Per questo oggi facciamo tutti i protocolli antimafia anticipatamente rispetto all’apertura dei cantieri”. L’esponente del governo chiede che “ci dicano che cosa dobbiamo fare, ma le leggi devono essere uguali e deve esserci una interpretazione univoca. E’ evidente che Genova e l’Italia in generale non possono andare dietro a situazioni bizantine di questo tipo. Quello scolmatore l’avremmo già finito: non possiamo pensare di procedere in questa maniera con le opere pubbliche. Si prenda una decisione e si diano poteri al governo per procedere senza di nuovo arrivare a contenziosi col privato”.

E rilancia: “Ci sono istituzioni che non si rendono ancora conto delle esigenze del Paese: sicuramente c’è la legalità ma anche la realizzazione di opere che garantiscono l’incolumità ai cittadini. Abbiamo un sistema giudiziario particolarmente bizantino: se togliamo al consorzio l’opera finiamo in Tribunale e non è detto che ci diano ragione; se teniamo il consorzio, rischiamo di avere bloccata l’opera“.

 

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