Genova. Boccadasse, Priaruggia, Pegli e Sturla. Sono le spiagge genovesi (tutte libere) in cui la qualità dell’acqua di mare è risultata “scarsa” in base ai campionamenti effettuati da Arpal prima della stagione balneare che inizierà formalmente il 1° maggio. Giudizio che identifica una condizione ben precisa: concentrazioni di batteri fecali (Escherichia Coli ed enterococchi intestinali) superiori ai limiti considerati pericolosi per la salute delle persone. Ed è per questo che nei punti citati il monitoraggio avverrà con maggiore frequenza durante l’estate, facendo scattare eventualmente i divieti temporanei di balneazione.
A inquadrare la situazione è un’ordinanza del Comune di Genova che conferma anzitutto il divieto di balneazione permanente per buona parte della spiaggia di Sturla, grossomodo dalla zona a ovest della foce del torrente (civico 8 di via del Tritone) fino alla sede della Sportiva Sturla. Tuffi vietati ovviamente in tutto il bacino portuale da Pra’ al depuratore di Punta Vagno (eccetto Pegli e Multedo), lungo le scogliere dei depuratori di Sturla e Quinto e all’interno del porticciolo di Nervi.
Un’altra spiaggia che per ora resta off limits è quella di Priaruggia. Non solo perché l’acqua di mare è piena di batteri – situazione denunciata dai cittadini che hanno lanciato una petizione online – ma soprattutto perché sono state rinvenute particelle di amianto, probabilmente disperse da onduline di Eternit, che potrebbero essere state portate a rive dalle ultime mareggiate. Il Comune ha disposto immediatamente la chiusura dell’area (non solo per la balneazione) e i tempi della bonifica al momento sono incerti, anche perché potrebbe essere necessario sostituire completamente il sedime di ciottoli, spiaggia e pietrisco.
Gli altri punti da tenere sott’occhio durante la stagione sono il lungomare di Pegli da Molo Lomellini a Molo Torre, la spiaggetta di Boccadasse e Sturla Ovest (il tratto di fronte a via del Tritone). Ma anche il litorale a levante del torrente Rexello, dove l’acqua è appena “sufficiente”.
Gli ultimi campionamenti effettuati da Arpal sono confortanti solo in parte: il risultato pochi giorni fa era “non conforme” per Sturla Ovest, ma anche per via Quarto, Multedo e il tratto di corso Italia tra punta Vagno e San Nazaro, mentre gli altri tratti indagati erano rientrati al di sotto delle soglie. In caso di valori oltre il limite, Arpal esegue un campionamento a 72 ore di distanza: se il superamento viene confermato, il Comune emette il divieto di balneazione. Chi non lo rispetta può essere punito con una multa che va dai mille ai 3mila euro in base alla normativa statale.
Per fortuna la maggior parte delle spiagge cittadine può ancora vantare una qualità “eccelente”: tutta la costa di Vesima, buona parte di Voltri, corso Italia da San Nazaro a Boccadasse, Vernazzola, tutto il litorale del Levante fino a Capolungo (eccetto Priaruggia e Murcarolo, classificata come “buona”).