Genova. Slitta alla fine del 2025 la previsione di fine lavori per lo scolmatore del Bisagno, in attesa della super talpa costruita in Cina che permetterà di accelerare gli scavi. A illustrare la tabella di marcia aggiornata è l’assessore regionale alle Infrastrutture Giacomo Giampedrone a margine del convegno Contrasto al dissesto idrogeologico in Liguria – Una strategia di prevenzione organizzato dalla Filca Cisl al Palazzo della Borsa.
“È un cantiere che deve terminare entro la fine del 2025, quello è il punto d’arrivo secondo il nuovo cronoprogramma. Oggettivamente credo che quello sarà il termine reale indipendentemente dal contratto, ma contiamo che la talpa che arriverà per cambiare il metodo di scavo ci consentirà di recuperare il tempo perso“, spiega Giampedrone. La scadenza indicata sul contratto, come aveva riferito l’assessore lo scorso luglio, resta però aprile 2025: “Potremo eventualmente applicare penali solo quando quel termine non fosse rispettato. Tutti i termini intermedi non esistono perché quell’appalto, fatto da Invitalia, prevedeva un’unica scadenza”.
Le ultime stime prevedevano che lo scavo meccanizzato iniziasse già questo gennaio. L’arrivo del macchinario è programmato invece tra due mesi: “La talpa è finita, sta per partire – conferma Giampedrone -. Arriverà via nave, quindi dovremo cercare di accompagnarla nel migliore dei modi rispetto al clima internazionale che si vive tutti i giorni, ma direi che le condizioni ci sono tutte. Spero che questo arrivo consenta di recuperare non solo il tempo perso, ma anche di migliorare la capacità di produzione del cantiere che rimane uno dei più importanti del nostro Paese”.
Dell’arrivo di questa talpa si parla oramai da anni, dopo che Genova24 aveva dato in anteprima la notizia dello studio della variante tecnica che avrebbe permesso uno scavo più rapido e sicuro. Poi i ritardi, dovuti alle congiunture economiche mondiali, fino alla firma, definitiva dello scorso ottobre, del commissario straordinario di governo per la mitigazione del rischio idrogeologico e presidente della Regione Liguria Giovanni Toti alla variante. Oltre ai problemi tecnici si erano aggiunti quelli giudiziari con l’interdittiva antimafia – poi sospesa – arrivata al consorzio ReseArch, che si era aggiudicato il maxi appalto da 204 milioni nell’aprile del 2020.
Secondo il sito del consorzio, l’avanzamento dei lavori è fermo al 5% per quanto riguarda gli scavi di servizio, al 12% sulla regimazione delle acque e al 7% sulle opere a mare. Diversi i dati forniti da Andrea Tafaria, segretario ligure della Filca Cisl: “Siamo al 20%, sappiamo tutti che ci sono stati problemi. La talpa sta per arrivare, una volta che la avremo si potrà scavare con sistema meccanizzato insieme alla parte tradizionale. C’è qualche difficoltà perché galleria avrà una sola campata e i lavoratori devono per fare per forza i turni”.
“È stata approvata una variante, non è stata semplice, è un consorzio che ha avuto vicissitudini non legate al cantiere e, come tutte le opere, per portarle a termine serve fatica. Per Genova lo scolmatore significa aver completato una serie di interventi legati alla messa in sicurezza del Bisagno, ma ci sono tante altre situazioni su cui stiamo lavorando”, conclude Giampedrone.