Intervista

Terremoto a Genova, il sismologo Solarino: “In quell’area mai registrata una scossa così forte”

Il ricercatore dell'Ingv: "Eventi poco frequenti, chi ha meno di 100 anni non ha mai sentito una scossa così. Riclassificare il rischio sismico? Servono studi più approfonditi"

stefano solarino

Genova. Il terremoto di giovedì pomeriggio, con epicentro a Bargagli ma avvertito nettamente in tutta Genova e in un’area molto vasta della Liguria, con una magnitudo di 4,1 è stato il più forte mai registrato in quella zona. Il che non esclude che in passato se ne siano verificati di intensità pari o superiore, ma semplicemente vuol dire che non sono documentati. A spiegarlo a Genova24 è Stefano Solarino, sismologo genovese e primo ricercatore all’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

Molti genovesi hanno detto di non aver mai sentito una scossa così forte in vita loro. È solo una sensazione o c’è qualcosa di vero?

In effetti è vero: il database che raccoglie tutte le informazioni dei terremoti in Italia negli ultimi duemila anni non contempla per quell’area un terremoto di magnitudo 4. Questo potrebbe avere due significati: che non ci sono mai stati eventi sismici paragonabili oppure che non si è tramandata l’informazione. Lo stesso vale per tutti i database di terremoti italiani. Molte testimonianze negli ultimi 4-500 anni ci arrivano da dipinti o fotografie, prima è difficile averle perché magari erano custodite in qualche archivio andato bruciato o alluvionato. Ma è vero che chi ha meno di cent’anni non ha mai avvertito un terremoto così forte in quell’area perché negli ultimi 2-300 anni non abbiamo mai registrato un sisma con quella magnitudo. È comunque possibile che siano poco frequenti. Ma le sensazioni della popolazione sono corrette.

Dunque si tratta di un evento particolare dal punto di vista geologico.

Di certo è un evento geologicamente interessante perché non è frequente, è stato avvertito su un’area molto ampia e si è verificato in una zona in cui non conosciamo una geologia che possa giustificarlo.

È possibile che da questo terremoto si sviluppino studi che portino a una riclassificazione del rischio sismico dell’area di Genova?

Un solo evento di per sé non giustifica una revisione. Di certo, però, potrebbe essere un evento sul quale meditare e andrà fatto un ragionamento. Un terremoto di per sé non cambia la visione che abbiamo della pericolosità sismica di quell’area, anche perché non ha provocato danni significativi, se non la caduta di qualche tegola o intonaco.

Perché è stato avvertito in un’area così vasta, praticamente in tutta la Liguria?

Possiamo ipotizzare che si siano verificati quelli che chiamiamo effetti di sito, dovuti cioè al punto in cui onde attraversano terreno. Questo fenomeno accade in terreni sedimentari, meno compatti della roccia. Di fatto questo è un terremoto quasi costiero, dunque è probabile che ci sia stato un effetto di sito.

Dobbiamo aspettarci altre scosse?

Se questa era la scossa principale, e non abbiamo alcun elemento per dirlo, quelle che seguiranno saranno le cosiddette scosse di assestamento (una è stata chiaramente avvertita un paio d’ore dopo, ndr), di magnitudo inferiore, in numero variabile ma proporzionale alla magnitudo, probabilmente 40-50. Se invece non era il terremoto principale resta tutto aperto. Ma non abbiamo elementi né per negarlo né per affermarlo.

Come si è generato questo terremoto?

È stata una scossa di tipo compressivo: il movimento della faglia non è stato solo orizzontale ma anche verticale. Questo però non ha a che fare con la propagazione delle onde: ricordiamo che il sisma è sempre sia ondulatorio sia sussultorio perché è composto da due “treni” di onde che viaggiano a velocità diversa. Chi è molto vicino all’ipocentro le sente molto ravvicinate e non le distingue, ma chi è più distante apprezza prima il movimento verticale e poi quello laterale e per questo ha l’impressione di un terremoto sussultorio. Nel nostro caso, poi, si è trattato di un sisma superficiale, con ipocentro a meno di 10 chilometri di profondità.

Negli ultimi mesi sono state avvertite altre scosse con epicentro nella stessa zona, in alta Valbisagno (il 23 luglio e il 1° settembre): sono eventi collegati?

È impossibile capire se esiste una relazione, bisognerebbe fare uno studio approfondito. Di recente si è verificata una crisi sismica nella zona di Casella, si trattava di piccoli terremoti poco avvertiti dalla popolazione, che però hanno destato la nostra attenzione. Si potrebbe ipotizzare che esistano strutture sismogenetiche che collegano le due aree, ma al momento non ci sono abbastanza elementi.

Molte persone si sono riversate nelle strade dopo la scossa: è un comportamento corretto?

Non è un comportamento condannabile. È corretto perché dopo la scossa può aver senso uscire dagli edifici per vedere che cosa succede dopo e soprattutto per decidere se quell’edificio deve essere esaminato da persone competenti per verificarne l’agibilità. È un comportamento lecito anche aver fermato i treni. Non sarebbero comportamenti raccomandabili durante la scossa: durante il terremoto conviene sempre rimanere dove si è proteggendosi il più possibile.

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