Genova. “Sembrava un treno, ma qui il treno non passa”. Così racconta una dipendente dell’ufficio centrale delle Poste a Genova mentre, insieme ad altri colleghi, e ad altri impiegati negli uffici dei palazzi del centro città attende di tornare al lavoro.
Molti sono scesi in strada, evacuati in base ai piani di sicurezza e prevenzione, ma anche per semplice spavento, dopo la scossa di terremoto – 4.1, epicentro a Bargagli, nell’entroterra – registrata nel pomeriggio di oggi, giovedì 22 settembre.
“Io così forte non l’avevo mai sentita”, dice un altro lavoratore. “E’ durata 10 secondi, paura? No, ma se fosse durata 30 secondi invece che 10…”, continua.
“Appena è successo siamo subito scesi in strada – dicono altri genovesi – abbiamo fatto diverse esercitazioni in questi anni e oggi diciamo che abbiamo messo in pratica gli allenamenti, per fortuna non è successo nulla”.
Qualcuno preferisce non commentare l’accaduto, visibilmente scosso, ma nel complesso lo stato d’animo è di incredulità. “Abbiamo impiegato qualche secondo per renderci conto che, sì, era un terremoto, e siamo subito andati sui social per capire se anche altri lo avessero sentito”.
Anche al porto antico centinaia di persone si sono riversate dagli uffici all’aria aperta cercando di contattare i propri cari per dire “tutto bene” e chiedere se anche loro avessero sentito il terremoto.