Spettacolo

Joe Black, il lupo nero che ha preso casa sui monti di Genova diventa una star. E una buona notizia fotogallery

La sua presenza testimonia una varietà genetica robusta, e che potrebbe tornarci utile per ritrovare l'equilibrio faunistico dopo il caos della peste suina

Lupo nero

Genova. Capace di percorrere grandi distanze e aggregarsi ad altri branchi del posto, con la sua pelliccia nera è diventato in pochi mesi uno degli esemplari più ‘seguiti’ e fotografati della nostra provincia. Parliamo del raro esemplare di lupo nero avvistato in queste settimane nei boschi genovesi e ribattezzato Joe Black, diventanto da subito una “star”.

Le immagini di questo articolo sono state estratte dal video registrato dalla videotrappola di Andrea Passadore, fotografo naturalista. Andrea ha raccolto questa incredibile documentazione ad inizio di gennaio (le date della camera dipendono dal mancato settaggio della stessa, ci assicura) “E’ un esemplare piuttosto raro in Europa. E’ stato osservato diverse volte nella zona. A volte in branco, a volte invece sembra preferire starsene per conto suo. Da notare anche il lupo zoppo, anche lui osservato in quelle condizioni da diverso tempo. Comunque sia è sempre nel branco e non viene mai lasciato da solo, anzi, solitamente è uno dei primi, come se gli altri adeguassero il passo”.

Ma Passadore non è l’unico studioso che da tempo è sulle tracce di Joe Black: “In questi ultimi mesi ho raccolto, faticosamente, molte tracce del suo passaggio – ci racconto il fotografo naturalista Ugo De Cresi, noto per i suoi studi e il suo archivio sulla fauna selvatica dell’entroterra ligure e che ha ribattezzato con questo nome il lupo nero genovese – Ad esempio so per certo che periodicamente si stacca dal clan ma non fa una vera e propria dispersione, quanto più un ‘me ne vado per un po’ a vivere da solo’ ed in un caso si è aggregato ad un altro nucleo più numeroso rimanendo al suo interno per circa un mese. Poi ne ho perso le tracce”.

Ma dopo poco rieccolo da un’altra parte, con nuovi compagni di viaggio: “L’8 gennaio è ricomparso in Valle Scrivia, e tempo tre giorni si è accasato in un altro branco. In questa sua seconda ‘stagione’ viene fototrappolato da molti appasionati e residenti. Poi viene visto in Valbrevenna alla guida di una predazione di qualche giorno. Lo abbiamo atteso verso est, ma deve essersi scontrato con qualche esemplare alpha non disposto ad accettarlo, per cui le ultime sue apparizioni sono in un’altra zona ancora, più a ovest“.

Una presenza, quella di Joe Black, che aggiunge un particolare inedito alla oramai conclamata presenza di lupi nel nostro entroterra. “Difficile dire come sia arrivato da questa parti – sottolinea De Cresi – secondo alcuni potrebbe essere il risultato di una ibridazione, ma io non escludo l’ipotesi di un esemplare semplicemente melanico (cioè un esemplare dotato di una vello scuro) visti i suoi comportamenti”.

Ma se le attività di osservazione naturalistica oggi, in epoca di peste suina, sono molto più complicate (se non addirittura azzerate ove non ci sia accesso ai boschi con strada asfaltata), la presenza di questo lupo e dei tanti branchi in cui è stato visto ci permette di approfondire le dinamiche in atto nei nostri boschi: “Con tanti cittadini e appassionati abbiamo costruito una rete di circa 270 fototrappole, dislocate nel corridoio dal Piacentino e Valtrebbia, sulla corona orografica della Vallescrivia e in Vallescrivia – racconta De Cresi – La raccolta dati ha confermato nel paragone tra il trimestre Ottobre/Novembre/Dicembre 2020 ed il medesimo trimestre del 2021 un aumento dei cinghiali predati da lupi del 30,2%. La nostra ipotesi basata sugli studi dei paesi europei che hanno già affrontato l’epidemia PSA è che laddove sia presente una popolazione di lupi il virus della peste suina circola meno sia perché si interrompe la catena di contagio essendo le feci dei lupi prive di contaminazione e sia per la meccanica rimozione delle carcasse completata dai noti meccanismi di pulitura successiva da parte di rapaci, mustelidi, altri canidi e così via”.

Lupo nero
Joe Black fototrappolato da Ugo De Cresi

Insomma, oltre ad essere uno spettacolo della natura, la presenza del lupo nero dimostrerebbe una varietà genetica della specie molto avanzata e ci conferma così la diffusione sempre più strutturata dei lupi nei nostri territori montani e boschivi. Una buona notizia per gli equilibri faunistici dei nostri boschi: se la peste suina è esplosa anche a causa del sovrappopolamento degli ungulati, la ‘natura’ ha già posto in essere le contro misure. Un cambio di prospettiva che potrebbe essere interessante sviluppare per provare a cambiare approccio all’emergenza, ad oggi gestita con divieti su larga scala e abbattimenti di massa per un esito però ancora del tutto incerto.

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