Duro attacco

Europee 2019 e la sconfitta di Forza Italia, l’affondo di Toti: “Ora basta, tutti a casa e cambiamo davvero”

Il governatore ligure: "Servono primarie, spazio al merito e aria fresca per non soffocate

Genova. “Ora basta! Stiamo assistendo alla seconda tornata elettorale in meno di un anno in cui il centrodestra stravince, Forza Italia perde. E perde molto. Dopo la sconfitta delle Politiche, oggi Forza Italia crolla all’8,7%. Dalle elezioni dello scorso anno chiedo a tutti i dirigenti un’inversione di rotta, un confronto democratico per stabilire la linea politica, apertura alle tante liste civiche di area che non ci votano e non ci voteranno mai più, spazio ai tanti bravi amministratori locali e parlamentari coraggiosi”. E’ duro lo sfogo del governatore ligure Giovanni Toti dopo il voto delle europee che sancisce la sconfitta di Forza Italia, unico partito che nel centro destra perde consensi.

“Risposte? – prosegue Toti in riferimento alle sue richieste – Nessuna. Anzi, peggio: anche in queste ore ho sentito e letto dirigenti e parlamentari del partito difendere scelte indifendibili. Peggio ancora: accusare chi ha avuto il coraggio di chiedere in questi mesi un cambiamento per evitare lo schianto ampiamente prevedibile”.

Per Toti non ci sono dubbi, la colpa “è di una classe dirigente che ha difeso ad oltranza le proprie poltrone, che ha occhieggiato alla sinistra per far dispetto ai nostri alleati, che ha scelto ancora una volta dall’alto candidature con arbitrio totale, che ha emarginato chiunque avesse l’ardire anche solo di sussurrare che qualcosa non andava”.

“Nessuno ha avuto neppure il coraggio di dire al fondatore del partito, che ha condotto una campagna elettorale eroica – dice ancora – che la sua candidatura sarebbe stata un sacrificio inutile (tranne il sottoscritto e qualche amico). Per cinismo e opportunismo un anno è stato consumato con la testa sotto la sabbia, tra menzogne e ipocrisie”.

Quello che serve per il governatore della Liguria è “una ricetta chiara, con alleati chiari, con una classe dirigente scelta solo ed esclusivamente dal basso, per merito e consenso.
Presto dovremo trovarci per parlarne. Con tanti amici ci riuniremo in una grande assemblea pubblica dove ognuno potrà dire la sua, senza gradi, mostrine e notabili. E da lì ripartiamo con tutti gli amici che si sentono di centrodestra, attraverso regole nuove, aggregazione, primarie, partecipazione di tutti. Per scrivere insieme il nostro manifesto di libertà, perché serve un’offerta politica nuova. Solo così si salva una storia. Spero che i pretesti e le scuse salva poltrone siano finiti davvero e che partecipino in tanti. Magari… non proprio tutti! Serve aria fresca per non soffocare”.

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