Genova. I Genitori di Daniele, 17enne di Comacchio malato, dal 2010, di pericardite idiopatica ricorrente parlano di un vero miracolo anche i medici si sbilanciano definendo il risultato “sorprenderete”. Si tratta infatti della nuova cura, messa a punto dai ricercatori dell’Istituto Giannina Gaslini per questa patologia, che è stata pubblicata sul Journal of the American Medical Association JAMA.
La pericardite idiopatica ricorrente, infatti, anche se non è una malattia mortale resta, comunque, una patologia particolarmente “invalidante”. La malattia, infatti, provoca episodi ricorrenti di infiammazione del pericardio (la membrana che avvolge il cuore ed è formata da due strati di tessuto molto sottili) con dolore toracico molto forte, accumulo di liquido tra i due foglietti pericardici (che in rari casi può provocare un tamponamento cardiaco cioè una compressione del cuore) e, in una consistente percentuale di malati, febbre. Fino a oggi la malattia era trattata con farmaci antiinfiammatori e, nei casi più severi, cortisone, con con risultati variabili e spesso non risolutivi.
Alcuni anni fa però, il professor Alberto Martini, direttore scientifico dell’ospedale pediatrico Istituto Giannina Gaslini di Genova, ed i suoi collaboratori Marco Gattorno e Nicola Ruperto, avevano osservato l’enorme efficacia nel trattamento di un farmaco che inibisce una delle più potenti molecole che inducono infiammazione. Il farmaco era stato somministrato a tre bambini con malattia particolarmente severa , attualmente, sono ventuno i pazienti, prevalentemente adulti e con pericardite ricorrente severa, sono stati sottoposti ad uno studio controllato di questa terapia.
“I risultati sono stati assolutamente spettacolari: tutti i pazienti hanno risposto assai rapidamente e, nei pazienti che hanno proseguito il trattamento, non si sono praticamente osservate recidive” spiega il professor Alberto Martini, tra i massimi esperti mondiali nel campo della reumatologia pediatrica. Si tratta quindi di un trattamento di straordinaria efficacia, di gran lunga superiore a tutti quelli fino ad ora disponibile in grado di risolvere completamente e permanentemente la malattia. L’unico limite attuale è rappresentato dal costo. Anakinra è infatti un farmaco biologico; rappresenta l’equivalente, prodotto in laboratorio, di un inibitore naturale di interleuchina-1. “Almeno per il momento, ma solo a causa del costo elevato, è ragionevolmente indicato nelle forme più severe della malattia” aggiunge il professor Martini.