Sopraelevata

Skymetro, previsti oltre 200 piloni lungo il Bisagno: ecco dove sorgeranno e cosa si rischia

Saranno realizzati a cavallo dell'argine con un ingombro di 1,25 metri verso l'alveo. Le stazioni saranno in parte a sbalzo sul torrente. Lo studio idraulico: "Nessun impatto sul deflusso della portata di piena"

Generico agosto 2023

Genova. Saranno più di 200 i piloni necessari a sostenere lo Skymetro, la metropolitana sopraelevata da Brignole a Molassana lunga 6,7 chilometri che potrà beneficiare della deroga al divieto di costruire vicino ai torrenti, approvata dal Consiglio regionale tra le polemiche a fine luglio. A dare un’idea dell’impatto che l’opera avrà sul Bisagno è lo studio preliminare realizzato da InArPro, ad oggi l’unico documento pubblico che riporta dettagli tecnici in attesa del progetto definitivo che, secondo le previsioni fatte trapelare dalla giunta Bucci, dovrebbe arrivare entro agosto.

A meno di sostanziali modifiche nella versione finale del progetto, dovrebbe trattarsi di pile circolari del diametro di due metri, di norma distanziate 32 metri l’una dall’altra, “con ingombro massimo verso l’alveo di 1,25 metri“, come si legge nella relazione di inquadramento idraulico dell’intervento. [L’assessore Campora ha affermato che lo studio citato da questo articolo è “superato” e ha assicurato che non ci saranno strutture in alveo: qui l’articolo completo]

skymetro tavole piloni

Questo perché le strutture, per non rubare spazio alla sede stradale, saranno “poste a cavallo della struttura arginale“. Dunque sarà necessario di fatto costruire all’interno dell’alveo del Bisagno. E infatti, “per mitigare l’impatto sulla corrente è previsto un raccordo graduale della sporgenza con profilo idrodinamico della lunghezza di 17 metri a cavallo della pila”.

skymetro tavole piloni

Le pile, che avranno un’altezza variabile rispetto al piano stradale, poggeranno su un basamento sotterraneo alto circa 2 metri, a sua volta sorretto da pali che andranno in profondità per 6 metri. La sagomatura dell’argine del Bisagno sarà realizzata con pannelli prefabbricati e la distanza rispetto al muro di contenimento della strada sarà colmata con una sorta di aiuola. L’impalcato sopraelevato avrà una larghezza di quasi 8 metri.

skymetro tavole piloni

In corrispondenza delle stazioni i piloni saranno raddoppiati (uno ogni 16 metri) e affiancati da un pannello continuo lungo l’argine per tutta la lunghezza della struttura, circa 120 metri. Come si evince dalle tavole illustrative, i fabbricati con scale mobili e ascensori saranno costruiti in parte a sbalzo sul torrente con una sporgenza di circa 5 metri rispetto al margine esterno della pila. In questi punti – nonostante la scelta di costruire un’unica banchina centrale per ridurre l’ingombro – lo Skymetro sarà largo complessivamente 13 metri visto che i binari si sdoppiano alle fermate.

Skymetro, ecco le immagini del progetto

Che impatto avrà tutto ciò sul deflusso del Bisagno? Anzitutto il documento preliminare specifica che “saranno sviluppati ulteriori e più approfonditi studi specialistici nelle fasi successive di progettazione”. Altra precisazione importante: “Le valutazioni idrauliche sono state effettuate considerando già funzionante lo scolmatore delle portate di piena del torrente Bisagno previsto dal piano di bacino attualmente in fase di realizzazione”. Inoltre l’analisi riguarda in particolar modo una delle soluzioni ipotizzate per il problema della curva che la linea deve compiere una volta superata la stazione Brignole, e cioè la posa di quattro pile nell’alveo del Bisagno per portarsi subito in sponda sinistra. Oggi sappiamo che questa alternativa è stata scartata perché l’assessore Matteo Campora ha promesso che lo Skymetro non toccherà corso Galliera.

In ogni caso la verifica idraulica riguarda tutto il tratto compreso tra il ponte Serra e l’imbocco della copertura di Brignole, circa 850 metri, e si afferma che “gli effetti dell’opera in progetto possono essere estrapolati con buona approssimazione anche ai tratti di monte”. Sono stati presi in considerazione valori di 600 metri cubi al secondo per la portata di piena cinquantennale e di 881 metri cubi al secondo per quella duecentennale, considerando in funzione lo scolmatore.

I risultati? “Le differenze tra i due profili risultano pressoché nulle per entrambi i valori di portata nel tratto tra Brignole e Castelfidardo, a meno di differenze locali in prossimità di ponte Castelfidardo, mentre per il tratto a monte le differenze in termini di quote del pelo libero rimangono mediamente contenute in circa 10 centimetri per la portata 200ennale e di circa 5 centimetri per la portata 50ennale“. Ne deriva che “la realizzazione delle opere interferenti con l’alveo del torrente Bisagno nell’ambito del progetto della linea metropolitana non incide in maniera significativa sul regime idraulico del corso d’acqua” e “si può quindi affermare che l’impatto dell’opera in progetto sul regime idraulico del torrente Bisagno risulta minimale e tale da non costituire un ostacolo significativo al deflusso delle portate di piena del corso d’acqua“.

progetto skymetro

Resta poi da chiarire come verrà affrontato il dilemma della svolta da Brignole a via Canevari, una curva troppo stretta per essere tracciata senza qualche espediente tecnico. L’ultima soluzione al vaglio, proprio per evitare piloni nel bel mezzo dell’alveo, era quella di un’estensione del sedime ferroviario verso monte così da ricavare lo spazio necessario per una serpentina che i treni dovrebbero percorrere a bassa velocità, ma anche in questo caso le implicazioni idrauliche sarebbero da approfondire. Un’alternativa più sicura esiste, anche se inficerebbe pesantemente i vantaggi trasportistici dello Skymetro: arrivare fino alla stazione di piazza Martinez (apertura prevista nel 2024), invertire la direzione di marcia dei convogli e scendere più comodamente in sponda destra arrivando da levante. Così facendo, però, si perderebbe molto tempo rispetto agli 11 minuti di percorrenza previsti per il tratto Brignole-Molassana.

Aspetti che andranno ovviamente valutati alla luce del progetto definitivo per il rilascio delle autorizzazioni necessarie, visto che la deroga ad hoc varata dalla Regione non è sufficiente di per sé a dare il via libera. Il progetto sarà sottoposto alla procedura di screening per l’assoggettabilità alla Via regionale, con la possibilità di inviare osservazioni, le eventuali integrazioni e la conferenza dei servizi finale alla quale spetta il verdetto definitivo. Sempre che l’opera non finisca bloccata dai ricorsi al Tar che comitati e opposizioni politiche stanno studiando in queste settimane.

 

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