Genova. “Non ci saranno pile né strutture in alveo” per lo Skymetro in Valbisagno. Ad assicurarlo, parlando a Genova24, è l’assessore alla Mobilità del Comune di Genova Matteo Campora dopo la pubblicazione di parti dello studio preliminare che prospettano piloni di due metri di diametro costruiti a cavallo dell’argine con una sporgenza di oltre un metro verso il torrente.
Quello studio realizzato da InarPro, che resta ad oggi l’unico documento pubblicato sul prolungamento della metropolitana in Valbisagno, “è superato – garantisce Campora -. I progettisti cui è stata affidata l’esecuzione del progetto da mettere in gara per l’esecuzione delle opere, su indicazione dell’ amministrazione, hanno deciso di non toccare l’alveo del torrente Bisagno. L’amministrazione vuole un’opera sicura che non crei alcuna interferenza. Quanto riportato nell’articolo è nei fatti superato, come già affermato ripetutamente. Questa è l’ennesima occasione per fare chiarezza”.
Ad aggiudicarsi la gara nel novembre 2022 era stato il raggruppamento formato da Systra Sotecni, Italferr e Architecna Engineering per quasi 6 milioni di euro. A loro il compito di completare il progetto di fattibilità tecnico-economica (quello presentato al ministero dei Trasporti per ottenere il finanziamento da 398 milioni non era un documento esaustivo) e di realizzare il progetto definitivo in base al quale verranno chieste tutte le autorizzazioni necessarie.
Lo studio di fattibilità aggiornato, aggiunge l’assessore, “verrà presentato alla popolazione a settembre, in modo da recepire le osservazioni“. Anche per quest’opera il Comune si avvarrà della piattaforma Dialoghi in città, già usata per il tunnel subportuale. A guidare il percorso di confronto è il dipartimento di Scienze politiche e internazionali dell’Università di Genova tramite un gruppo di lavoro formato da docenti, ricercatori e studenti coordinati da Andrea Pirni. Il docente di sociologia, esperto di processi partecipativi, condurrà i prossimi incontri nei Municipi “per assicurare un ampio confronto con i cittadini, come già avvenuto negli scorsi mesi”, commenta Campora.

Ma se l’alveo del Bisagno non verrà toccato, dove saranno collocati i 200 piloni necessari a sostenere l’impalcato sopraelevato su cui correranno i treni? “Le pile saranno sul marciapiede, in aderenza all’argine – spiega Campora -. Per la viabilità il saldo sarà zero, non modificheremo l’assetto attuale. E ai pedoni verrà comunque garantito il passaggio“. Per ottenere il semaforo verde il Comune dovrà comunque avvalersi della deroga introdotta dalla Regione che consente di costruire a meno di 10 metri dagli alvei dei corsi d’acqua in caso di “infrastrutture lineari strategiche di trasporto pubblico”.
Allo stesso modo l’assessore spiega che è stata trovata una soluzione tecnica per realizzare la svolta da Brignole a Canevari “senza tagliare alberi e senza collocare strutture nel letto del Bisagno”. Una sfida ingegneristica notevole, visto che lo studio preliminare contemplava ben quattro piloni piantati nel torrente per sorreggere la curva, pur affermando che non c’era alcun rischio per il deflusso delle acque.
Il tracciato dello Skymetro non dovrebbe cambiare rispetto alle rassicurazioni arrivate dal Comune durante le commissioni in Municipio: da Sant’Agata si procede in sponda destra su via Moresco, poi si passa sulla sponda opposta una volta superata la stazione di Marassi nei pressi dello stadio e da via Mandoli si prosegue senza nuovi attraversamenti fino a Molassana (e in prospettiva fino a Prato, se arriveranno i soldi). Tra le richieste arrivate, anche quelle dei mobility consultants del Comune che vorrebbero una fermata intermedia all’altezza di piazza Romagnosi per servire meglio il quartiere.
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