Genova. La Regione Liguria blinda lo Skymetro in Valbisagno con una norma ad hoc presentata dalla giunta durante la sessione di bilancio in Consiglio regionale in quanto “l’amministrazione ha bisogno che venga approvata nel più breve tempo possibile, perché se dovessimo perdere altri mesi rischieremmo di perdere il finanziamento“, ha detto il presidente Giovanni Toti. Una deroga “pericolosa e inaccettabile”, accusano in coro i consiglieri d’opposizione che sono usciti dall’aula al momento del voto parlando di “schiaffo” all’assemblea.
In un emendamento alle disposizioni di carattere fiscale e finanziario – approvato a tarda sera con 19 voti favorevoli e 12 assenti – si dichiarano “ammissibili infrastrutture lineari strategiche di trasporto pubblico, situate in grandi centri urbani e finalizzate al miglioramento della mobilità urbana con contestuale riduzione del trasporto privato e delle emissioni, non altrimenti localizzabili, anche qualora ricadenti nelle fasce di tutela dei corsi d’acqua o interessanti aree del demanio idrico, previo accertamento che le aree interessate non risultino necessarie al ripristino del corretto deflusso del corso d’acqua, nel rispetto della pianificazione di bacino e delle condizioni di sicurezza idraulica per la piena di riferimento con adeguati franchi idraulici”.
La norma viene estesa anche ai “volumi tecnici funzionali alle infrastrutture” suddette, “qualora ricadenti nelle stesse aree”. Una specificazione necessaria per ricomprendere anche le stazioni del futuro prolungamento della metropolitana fino a Molassana per cui il Comune ha già affidato la progettazione definitiva a fronte di un finanziamento di 398 milioni approvato dal ministero dei Trasporti.
Il regolamento in vigore, varato nel 2011 dalla giunta Burlando e modificato dalla giunta Toti nel 2015, prevede infatti una fascia di inedificabilità assoluta pari a 10 metri dall’alveo dei corsi d’acqua, stabilita a livello nazionale da una legge del 2006. La deroga è esplicitamente prevista, “previa autorizzazione della Provincia” per “gli interventi di realizzazione di strade di interesse pubblico, purché non interferenti con la sicurezza delle opere di protezione presenti e con la possibilità di attività di manutenzione degli alvei e delle opere stesse, né pregiudichino l’eventuale sistemazione definitiva del corso d’acqua”. Il testo non indica però le infrastrutture di trasporto pubblico.
Nel 2015 uno dei primi atti della giunta Toti fu proprio la cancellazione della deroga introdotta dalla giunta Burlando che prevedeva, previa autorizzazione provinciale, la possibilità di costruire a 3 metri dai rii e torrenti in ambito urbano. “Mai più costruzioni in deroga alla distanza minima di 10 metri da fiumi e torrenti”, esordiva un comunicato diffuso dall’ufficio stampa della Regione Liguria il 23 dicembre 2015 dopo la deliberazione di giunta sul tema.
“Tenuto conto delle peculiarità del territorio ligure ed in considerazione dei vincoli di urbanizzazione presenti e delle condizioni di criticità del traffico urbano che caratterizzano i grandi centri urbani, risulta prioritario la realizzazione di infrastrutture lineari strategiche di trasporto pubblico – commenta il presidente Giovanni Toti in una nota -. Lo Skymetro è un’infrastruttura strategica di trasporto pubblico fondamentale per il territorio, che rispetterà il vincolo della massima esondabilità del torrente Bisagno estendendo una norma già esistente per le strade di interesse pubblico. Quello di oggi è un intervento normativo propedeutico all’avanzamento dei lavori: l’ammissibilità di questa opera sarà subordinata a una serie di valutazioni di sicurezza e di accertamento sul corretto deflusso del corso d’acqua, nel rispetto della pianificazione di bacino e delle condizioni di sicurezza idraulica. In sintesi, l’approvazione di questa norma in Consiglio regionale permetterà alla Valbisagno di vedere completata un’opera attesa da troppi anni, assolutamente conforme al regolamento regionale in materia”.
Al momento è in corso la progettazione dell’opera da parte di Systra Sotecni-Italferr-Architecna Engineering, affidatarie dal novembre 2022. Da quanto trapela dal Comune, il documento finale dovrebbe essere pronto entro agosto. A quel punto potrà partire la conferenza dei servizi. “Il Comune di Genova – aveva specificato l’assessore Giampedrone a maggio in consiglio regionale – ha chiesto incontri informali finalizzati all’illustrazione della procedura di assoggettabilità a Via e della documentazione che andrà presentata. Il progetto andrà sottoposto ad autorizzazione idraulica, qualora dovesse andare a interferire col Bisagno o con la fascia di inedificabilità che corrisponde ad alcuni tratti del Bisagno”.
Secondo lo studio di pre-fattibilità realizzato da InarPro, le pile, collocate a distanza di 32 metri l’una dall’altra, poseranno in parte sulla strada e in parte sull’argine del Bisagno, con un ingombro massimo di 1,25 metri verso l’alveo. Avranno forma circolare con diametro di 2 metri. L’impalcato avrà una larghezza di circa 8 metri che diventeranno 13 in corrispondenza delle stazioni. L’intera struttura avrà un’altezza di 13 metri dal livello della strada.
Nella relazione dello studio preliminare si riportava: “Le valutazioni idrauliche sono state effettuate considerando già funzionante lo scolmatore delle portate di piena del torrente Bisagno previsto dal piano di bacino attualmente in fase di realizzazione”. Inoltre “sono state assunte per le verifiche i valori di portata portata 50ennale e 200ennale rispettivamente di 600 m3/s e 881 m3/s” e in base a queste simulazioni “l’impatto dell’opera in progetto sul regime idraulico del torrente Bisagno risulta minimale e tale da non costituire un ostacolo significativo al deflusso delle portate di piena del corso d’acqua”.
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