Scontro

In Liguria scoppia la guerra dei vaccini, medici contro la Regione: “Le nostre dosi ai privati”

L'accusa di Stimamiglio (Fimmg): "Tolgono dosi a noi ma partono con hub e farmacisti". La Regione replica: "Aggiunte mille prenotazioni a settimana"

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Genova. Il taglio sulla programmazione delle dosi AstraZeneca, che in Liguria passeranno da 89.800 a 26.400 nel mese di aprile, fa scoppiare il caos sui vaccini. I medici di famiglia, che già negli scorsi giorni lamentavano di non avere abbastanza postazioni nei distretti per vaccinare pazienti vulnerabili under 70 e categorie prioritarie, avranno un’ulteriore decurtazione sulle fiale a disposizione. Dosi che invece non mancheranno negli hub pubblici-privati voluti dal governatore Giovanni Toti (quello alla Fiera di Genova apre lunedì) e nelle farmacie, luoghi dove andranno a farsi vaccinare le persone nella fascia 70-79 anni e i pazienti ultrafragili.

“Ieri era arrivata una circolare di Asl 3 che ci dava indicazione di disdire alcune prenotazioni e diceva che avremmo dovuto scegliere i pazienti da vaccinare, una cosa molto antipatica perché per noi i pazienti sono tutti uguali”, accusa Andrea Stimamiglio, segretario della Fimmg, la  federazione dei medici di base. L’intenzione della Asl era quella di cancellare tutti i turni pomeridiani nei distretti, annullando l’appuntamento per più della metà delle persone che già lo avevano fissato.

Invece non sarà così. “Dopo una serrata riunione in Regione ci hanno assicurato che non dovremo più farlo – prosegue Stimamiglio – ma ci daranno un nuovo massimale di pazienti alla settimana oltre il quale non potremo più prendere prenotazioni. Stiamo aspettando di sapere quale sarà il nuovo tetto”. Quindi il problema non si porrà per chi ha già ricevuto una data dal proprio medico di famiglia, mentre gli altri rischiano di restare a bocca asciutta.

Prenotazioni confermate per tutti i liguri che abbiano già l’appuntamento fissato per il vaccino, senza alcuna necessità di spostamenti e rinvii da parte dei medici di medicina generale – ha ribadito la Regione in una nota -. Nonostante il taglio di circa 60mila vaccini AstraZeneca che sarebbero dovute arrivare in Liguria ad aprile, Regione con la task force Covid ha rimodulato il sistema, in modo da far corrispondere alle prenotazioni già effettuate le dosi ancora disponibili. Si ritengono quindi confermati tutti gli appuntamenti già fissati in Liguria”.

Da piazza De Ferrari poi arriva la rassicurazione: “Sul territorio genovese, per andare incontro alle esigenze dei medici di medicina generale sono state garantite oltre mille prenotazioni settimanali aggiuntive” rispetto ai tagli inizialmente previsti da Asl 3. Alcune di queste dosi supplementari, ha poi precisato Toti, saranno Pfizer anziché AstraZeneca. “La richiesta di Regione Liguria ai medici di medicina generale genovesi è, anzi, di occupare tutti gli slot ancora disponibili nei prossimi giorni per le vaccinazioni – prosegue la nota -. La riprogrammazione è stata effettuata da Regione Liguria in accordo con i sindacati dei medici di medicina generale: ogni altra iniziativa è da considerare assunta in modo individuale e autonoma da parte di singoli medici”.

Nel frattempo però cresce il malumore. “In questo modo tolgono vaccini a noi ma partono con altre due iniziative, l’hub alla Foce dove opereranno anche i privati e l’accordo con i farmacisti. E questo ci sembra un comportamento incongruo, anche perché è da giorni che chiediamo di poter utilizzare anche noi gli hub ma ci è sempre stato risposto di no”, lamenta Stimamiglio.

All’attacco anche l’opposizione in Regione. “Lunedì verrà inaugurato il nuovo hub per le vaccinazioni alla Fiera di Genova e verranno distribuite migliaia di dosi, intanto la Regione fa vetrina con l’accordo con le farmacie. Eppure è da ieri che i medici di famiglia ci hanno contattato per denunciare che sono state sottratte loro migliaia di dosi già prenotate. È il caos totale. Dove sono finite queste dosi?”, si chiede il consigliere Ferruccio Sansa.

Gli risponde Angelo Vaccarezza, capogruppo di Cambiamo! in Consiglio: “Va da sé che, a causa dei tagli nella fornitura delle dosi di vaccino, il numero massimo di pazienti vaccinabili in ogni giornata sarà, comprensibilmente, destinato a diminuire. Un concetto chiaro e semplice per tutti, o forse dovrei aggiungere ‘quasi’, visto le ‘osservazioni’ che di tanto in tanto mi tocca leggere”.

La scelta, insomma, è stata quella di spingere l’acceleratore sulle fasce d’età più avanzate (gli over 80 si stanno già vaccinando e sono a buon punto) anziché sulle categorie prioritarie finite nell’occhio del ciclone a livello nazionale. E per farlo si è deciso di puntare sui privati anziché sui medici di famiglia. C’è da dire che i medici della sanità privata alla Fiera somministreranno dosi Pfizer ai pazienti ultrafragili (quindi tecnicamente non sottraggono dosi AstraZeneca ai medici di base), però in linea teorica nulla avrebbe vietato di fare il contrario, cioè impiegare il personale dell’Asl 3 per la filiera Pfizer e i medici di famiglia (anziché i privati) per AstraZeneca. In effetti, però, in altri hub gestiti da privati, come quello previsto da lunedì a San Benigno, saranno somministrate le dosi AstraZeneca.

Dal punto di vista economico, tuttavia, non c’è differenza. Come ha spiegato ieri lo stesso Toti, gli operatori privati che aderiscono all’accordo sottoscritto da Regione, Confindustria, Confcommercio e Legacoop riceveranno un compenso di circa 17 euro per ogni ciclo vaccinale (prima e seconda dose) comprensivo dei diritti di prenotazione, cioè la stessa cifra riconosciuta ai medici di base nell’ambito del contratto nazionale. Quindi si può affermare che ogni dose “sottratta” da farmacisti e privati rappresenta un mancato incasso per i dottori della mutua (e viceversa), ma per la Regione non cambia nulla perché le stesse spese andranno poi messe in conto al Governo.

In serata è arrivata la dura replica del presidente Toti che ha annunciato azioni legali contro chi diffonde affermazioni “false e diffamatorie” e ha strigliato i medici di famiglia: “Non è possibile che ogni volta che il sistema sanitario regionale interloquisce con una categoria prima si vogliano fare pochi vaccini, poi si dettano tutte le regole, poi si chiede di vaccinare di più e poi si è gelosi se qualcun altro vaccina al loro fianco? Non va bene”.

E poi lancia una provocazione: “Appena arriveranno le quote noi dobbiamo salire a 500mila vaccini sul Paese, così ha detto il generale Figliuolo. Vuol dire per la Liguria 13.500-14mila vaccini. Ad oggi siamo a 8.700, probabilmente qualcuno in più. Vorrei che tutti coloro che oggi dicono di non avere vaccini, quando chiederò loro di vaccinare il sabato e la domenica, di vaccinare fino alle 22 per rispettare il piano nazionale, avessero lo stesso impegno e la stessa abnegazione con cui oggi chiedono vaccini per mettersi a disposizione del sistema sanitario regionale e arrivare a un obiettivo che è ambizioso ma non irraggiungibile”.

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