Richiesta

I sindacati Amt: “Da un anno in prima linea, vogliamo il vaccino prioritario per gli autisti”

Oggi sciopero di 24 ore per il contratto nazionale scaduto, ma ci sono anche le rivendicazioni in tema Covid

Genova. Da una parte c’è un contratto collettivo scaduto da tre anni che tiene bloccati gli adeguamenti salariali, e questo è il motivo ufficiale dello sciopero di 24 ore del trasporto pubblico che riguarda oggi Genova e tutte le città italiane. Dall’altra c’è l’emergenza Covid, con una richiesta che emerge sempre più chiara all’indirizzo della Regione: vaccino anti-Covid prioritario per i lavoratori di Amt e delle altre aziende.

“Siamo in attesa di risposte dalla Regione Liguria dopo più solleciti per la vaccinazione degli autoferrotranvieri – spiega Edgardo Fano, segretario regionale della Faisa-Cisal – Così come siamo categoria essenziale nell’erogare i servizi e siamo soggetti alle leggi sulla regolamentazione sugli scioperi, al pari dei sanitari e dei poliziotti, dobbiamo essere vaccinati prioritariamente per fornire servizi alla città, e non per motivi strumentali che qualcuno inneggia”.

La questione era già emersa due settimane fa quando l’azienda aveva inviato da un loto un ordine di servizio per raccogliere le adesioni del personale intenzionato a vaccinarsi, e dall’altro una richiesta ad Alisa per capire se fosse possibile istituire una categoria prioritaria, sottolineando il “carattere pubblico ed essenziale del servizio di trasporto quotidianamente svolto”. Ma di fronte alla polemica nascente per una possibile “corsia preferenziale” riservata agli autisti, l’azienda sanitaria regionale aveva precisato di non aver mai chiesto elenchi ad Amt, essendo ancora in attesa della definizione dei “servizi essenziali” da parte del ministero della Salute. Nel frattempo il vento è cambiato e le “categorie prioritarie” sono finite nel mirino del Governo: si va avanti a vaccinare quelle già individuate, per il resto si procede per fasce d’età, per evitare le storture create da alcune Regioni.

Ma i sindacati del trasporto pubblico ci provano lo stesso. “Il problema non è tipicamente aziendale, ma regionale – prosegue Fano -. La Sicilia ha autorizzato in via prioritaria l’inoculazione del vaccino agli autoferrotranvieri. Quindi può essere fatto, ed è fatto a tutela della mobilità dei cittadini e della salute dei lavoratori”. “Ieri – aggiunge Andrea Gamba, segretario ligure della Filt Cgil – abbiamo avuto un incontro con le aziende per capire se riusciremo a predisporre all’interno dei luoghi di lavoro in Amt le sale per vaccinare i lavoratori”.

Oggi i bus si fermano per tutto il giorno eccetto le due fasce prioritarie (qui tutte le informazioni), ma per altri motivi. “Sono 3 anni che è scaduta la contrattazione e ci sentiamo sempre rispondere che a causa del Covid non si riesce a tenere in piedi la parte economica – spiega Santo Pugliese, segretario ligure della Fit Cisl -. Facciamo notare che il Covid è iniziato l’anno scorso, ma nel 2018 c’era lo stesso problema. Le aziende stanno giocando con la categoria. Noi chiediamo un minimo di rispetto e dignità, e pensiamo di meritarlo perché siamo sempre in prima linea. Di recente sono state chiuse altre contrattazioni, come quella delle ferrovie, mentre noi siamo sempre al muro del pianto. Ciò che ci fa ancora più arrabbiare è che nell’ultimo decreto Ristori hanno messo 800 milioni di euro che bastano per compensare tutto il 2018, ma qualcuno avrebbe dovuto intervenire anche dal ministero a mettere mano a questa vertenza. In un momento come questo volevamo scongiurare lo sciopero, ma siamo stati costretti”.

“Abbiamo indicato diversi punti – aggiunge Giuseppe Gulli della Uiltrasporti -. Un’attenzione maggiore ai giovani che da anni sono al margine del mondo del lavoro, un’attenzione particolare alle donne che sempre più prendono campo in questo settore, un adeguamento economico al costo della vita. Gli autoferrotranvieri della Liguria e di tutta l’Italia hanno avuto un grande senso di responsabilità, hanno contribuito anche in questo momento difficile per la nazione a fornire un servizio essenziale per i cittadini. Chiediamo rispetto per il nostro settore”.

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Al tavolo delle trattative le associazioni datoriali Asstra, Agens ed Anav hanno proposto condizioni che i sindacati hanno definito “irricevibili”. Insieme al rinnovo del contratto i sindacati chiedono “risorse per un servizio pubblico di maggior qualità, maggior sicurezza per lavoratori ed utenti, l’ammodernamento del parco mezzi attualmente tra i più vecchi in Europa, l’adeguamento salariale e della classificazione del personale rispetto alle professionalità possedute e ai ruoli rivestiti, nonché l’inquadramento delle nuove mansioni”. E ancora “una migliore conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, il trattamento uniforme a tutti i lavoratori a cui si applica il Ccnl, la regolamentazione dello smart working“.

Non mancano le preoccupazioni per la situazione dei conti a livello locale e per i finanziamenti che dovranno garantire un futuro al trasporto pubblico genovese. “Abbiamo sempre aperta la questione dei bilanci – conclude Gamba della Filt Cgil -. Vogliamo capire cosa succederà coi mancati ricavi da traffico, anche se l’ultimo decreto del Governo ha stanziato 800 milioni di euro, e capire cosa succederà al trasporto pubblico locale”.

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