Genova. In pratica sarà come avere il Terzo Valico sotto casa. Sotto i palazzi di via dei Landi e via Ardoino, nella parte di Sampierdarena che guarda già al Polcevera, scorre per un breve tratto la ferrovia che porterà i terni merci in uscita dal porto, verso la linea ad alta capacità che oltrepasserà i Giovi. Gli stessi treni che vedranno dal balcone gli abitanti di Certosa, già pronti a salire sulle barricate insieme al presidente del Municipio se non verranno prese misure per mitigare l’impatto acustico e garantire la sicurezza di quei palazzi.
Si tratta sempre della famosa linea del Campasso – ce ne stiamo occupando da alcuni giorni – che Rfi prevede di riattivare nell’ambito dei lavori di potenziamento del nodo di Genova. Fino a pochi anni fa, come testimoniano i residenti, ci passavano ancora i treni merci, massimo due al giorno e trainati da una locomotiva diesel.
Nel piano d’esercizio futuro si parla invece di 42 convogli quotidiani, di cui 24 in orario notturno, alimentati da una linea elettrica e potenzialmente in grado di trasportare merci pericolose, nei limiti di quelle che transiteranno dal porto di Sampierdarena. Il progetto è arrivato alla fase della valutazione di impatto ambientale, ma l’entrata in funzione è prevista non prima del 2024. In altre parole quei binari avranno un senso solo quando sarà terminato il Terzo Valico. Ma intanto sul territorio c’è chi ha già drizzato le antenne.
“A preoccuparci è principalmente il rumore, se davvero passeranno tutti quei treni. Il rumore e le polveri. In questo modo le nostre case non varranno più nulla“, spiega Sergio Di Natale, portinaio del civico 6 di via dei Landi che si affaccia sulla ferrovia. Per attenuare l’inquinamento acustico sono già state installate barriere fonoassorbenti, ma lo stesso studio di Cociv-Italferr sostiene che la soglia di rumore verrà comunque superata per 89 edifici lungo tutta la linea, a meno che non si dotino tutti di infissi isolanti.
Eppure il futuro di quella ferrovia parzialmente abbandonata non è sempre stato consacrato ai traffici portuali. Nel piano urbanistico comunale tuttora vigente la linea del Campasso viene dedicata al trasporto pubblico. Nel documento sono evidenziate persino tre nuove stazioni: Brin (dove sarebbe avvenuto l’interscambio con l’attuale metropolitana), Via dei Landi (proprio qui dove i binari ricompaiono in superficie) e Villa Scassi (visto che la galleria Sampierdarena passa proprio sotto l’ospedale) e quindi la ricongiunzione alla linea che porta a Principe.
“È una linea che aveva già dato molti problemi – ricorda Fabrizio Maranini, consigliere del Municipio Centro Ovest -. Il sedime ferroviario è stato abbassato per far passare la catenaria e perciò la galleria Sampierdarena si allagava continuamente. Ora quel cantiere si risveglierà e noi vogliamo risposte da Comune, Ferrovie e gli altri soggetti interessati. Servirà l’unità e la collaborazione di tutti, tanto più che nel Puc quella linea è destinata alla ferrovia metropolitana Terralba-Pontedecimo. Per le merci esiste già la cosiddetta linea sommergibile”.
Ma ottenere una retromarcia sulla destinazione d’uso è di fatto impossibile, anche perché altrimenti non avrebbero avuto senso i lavori per attrezzare nuovamente il parco ferroviario del Campasso. “Chiederemo con forza che venga realizzata una copertura integrale dei binari in via Ardoino – rilancia Michele Colnaghi, presidente del Municipio Centro Ovest -. Nessuna merce pericolosa dovrà passare lì sotto, perché oltre alle case è interessato anche l’ospedale Villa Scassi. Le barriere non sono sufficienti. Questa condizione è imprescindibile”.
Nelle prossime settimane sarà convocata una commissione municipale sul tema. A Certosa, dopo l’assemblea pubblica di sabato scorso, i comitati stanno già scaldando i motori. L’obiettivo non è bloccare i lavori, ma far fronte comune con Tursi e la Regione per costringere Rfi a prevedere un tunnel in grado di isolare i binari. Soluzione che al momento è totalmente esclusa da tutte le carte progettuali.