Terzo valico

Linea ferroviaria del Campasso: 8 edifici e un ponte da demolire. Passeranno 24 treni notturni fotogallery

Il progetto è in attesa della valutazione di impatto ambientale: saranno movimentati 101 mila metri cubi di detriti

Ferrovia fagino campasso bettolo

Genova. Un cantiere lungo almeno tre anni, che sostituirà letteralmente la sede ferroviaria attuale per consentire di collegare il porto di Genova alla linea del Terzo Valico, attraversando le case di Sampierdanena e Rivarolo. Questo il dettaglio del progetto definitivo per la costruzione del collegamento ferroviario dell’alta capacità tra il bivio di Fegino e calata Bettolo, attraverso il parco del Campasso, depositato da Cociv in queste ore, in attesa della valutazione di impatto ambientale da parte degli uffici di Regione Liguria.

Un progetto che punta a costruire quel famoso ultimo miglio per arrivare a “prendere” i container del porto di cui il Terzo Valico dei Giovi, nonostante i suoi 6,7 miliardi di costo, è di fatto ad oggi sguarnito. Ma anche se si costruirà sul costruito, l’impatto dell’opera non sarà indifferente per il contesto urbano in cui sarà collocata, sia in termini di cantieri che in termini di messa in esercizio.

Saranno 101 mila i metri cubi di detriti che in tre anni di cantieri i residenti si vedranno passare sotto le case della zona interessata al tracciato, unitamente a 3mila tonnellate di rifiuti stimati tra ferro, acciaio e legno: tutto materiale che arriverà dalle demolizioni di 8 edifici interferenti il percorso e dagli scavi nel Parco del Campasso e in zona Fegino. Oltre alla demolizione della massicciata ferroviaria oggi presente.

Ferrovia fagino campasso bettolo

Ed è proprio quest’ultima operazione che potrebbe portare più grattacapi essendo quest’area destinataria di una bonifica ancora da effettuare, con le prime risultanze da analisi fatte sul posto che parlano di metalli pesanti e amianto: le macerie e i detriti, secondo il progetto, saranno stoccati inizialmente nelle aree di cantiere, per poi essere “caratterizzati” e conferiti in base alla loro eventuale pericolosità.

Gli otto edifici da demolire sono per lo più piccole costruzioni limitrofe al tracciato, ma nella lista ci sono finiti anche due box, un piccolo edificio ad oggi occupato da una associazione e una abitazione. Più impattante, almeno a livello visivo, sarà la demolizione e ricostruzione del ponte ferroviario sul Polcevera: l’infrastruttura di ferro oggi in disuso che caratterizza il “riverfront” di Rivarolo e che sarà sostituita da un’opera simile ma adeguata alla nuova infrastruttura viaria.

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Infrastruttura viaria che una volta ultimata, insieme al Terzo Valico, vedrà il passaggio di 42 treni al giorno, di cui 24 notturni: nei documenti del progetto stesso, oltre all’impatto inevitabile dei cantieri (l’impianti di betonaggio sarà predisposto dietro a via Porro), viene citato un effetto “mediamente significativo” sulle abitazioni limitrofe – calcolate nella fascia interna ai 300 metri – sia per le vibrazioni che per il rumore. Una questione che porrà non pochi problemi ai residenti della zona.

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