Genova. La riattivazione della linea ferroviaria del Campasso, prevista per collegare i binari di Calata Bettolo al Terzo Valico entro il 2024, causerà un superamento della soglia di inquinamento acustico per 89 edifici nonostante l’installazione di barriere antirumore. È quanto si legge nello studio preliminare allegato al progetto in fase di valutazione di impatto ambientale da parte della Regione. Un dato che conferma i timori espressi dagli abitanti di Certosa, che chiedono la realizzazione di un tunnel fonoassorbente anche per ragioni di sicurezza.
Si tratta di una linea merci usata fino ai primi anni Duemila, poi dismessa, che Rfi ha deciso di riattivare come “ultimo miglio” del Terzo Valico, una scelta che permetterà anche di liberare spazio per il traffico passeggeri. I treni, usciti dal porto, imboccheranno una galleria che passa sotto le case di Sampierdarena, sbucheranno in superficie per un breve tratto in via Ardoino, poi proseguiranno ancora in sotterranea fino al parco del Campasso. Da qui il percorso prevede il passaggio obbligato allo scoperto tra le case di Certosa, lungo l’asse parallelo a via Fillak, per poi attraversare con due nuovi ponti a Rivarolo via Rossini e il Polcevera, e infine raccordarsi al bivio Fegino.
L’inquinamento acustico sarà notevole visto che il piano d’esercizio contempla il passaggio di 42 treni al giorno, 18 di giorno e 24 di notte. Il progetto prevede barriere antirumore lungo i tratti vicini all’abitato. A Sampierdarena esistono già e al momento non esiste l’ipotesi di potenziarle.
Per il tratto in Valpolcevera, si legge nello studio, “sono previsti interventi di mitigazione acustica, mediante la realizzazione di barriere, lungo tutto il tracciato a partire dal Parco Campasso sino al termine dell’intervento. Le barriere saranno di altezza di 6,5 metri o 7,3 metri in funzione delle esigenze e saranno realizzate su cordolo o su opera d’arte”. L’immagine sotto mostra come apparirà il sottopasso di via Brin.
Barriere che tuttavia saranno insufficienti per contenere il rumore percepito da chi abita ai piani alti. E ad ammetterlo è la stessa analisi commissionata da Cociv-Italferr: “Nonostante l’inserimento delle barriere antirumore risulta, come evidenziato nello studio acustico per la fase di esercizio, un esubero rispetto ai limiti per 386 ricettori”, cioè 386 edifici per cui verrebbe superata la soglia dei 40 decibel in orario notturno.
Il numero degli edifici impattati si riduce a 89 attribuendo “cautelativamente agli infissi una classe di tipo R1, ovvero una classe di fonoisolamento del serramento compreso tra i 20 e i 27 decibel con una media di potere fonoisolante pari a 25 decibel”. E in effetti, dai rilievi effettuati sul posto, non risultano condomini con serramenti più scadenti. In ogni caso, prosegue il documento, una “barriera di altezza superiore” a 6-7 metri, “oltre a non essere tecnicamente realizzabile nel contesto di riferimento, non elimina l’esubero evidenziato“. Il grafico di seguito mostra che il rumore al di sopra le barriere sarebbe comunque molto forte.
In altre parole, l’unica soluzione ipotizzabile secondo i progettisti è “intervenire direttamente sui ricettori“, cioè cambiare gli infissi in modo da garantire un maggior potere isolante. Non risulta in alcun modo chiarito chi dovrebbe farsi carico di una simile operazione né quali costi avrebbe (trattandosi di 89 edifici probabilmente non sarebbero bassi). In ogni caso non si fa riferimento a opere alternative, come il tunnel caldeggiato dagli abitanti di via Ausonio Vedovi, la strada che si affaccia direttamente sui binari.
Su questi temi, e sul prolungamento della metropolitana fino a via Canepari, che condividerà gli stessi spazi usati dai treni merci, è prevista domani un’assemblea pubblica organizzata sui campi da bocce del dopolavoro ferroviario in via Roggerone 8 a Rivarolo (e non più nella palestra della scuola Caffaro in via Gaz) dal comitato Liberi Citadini di Certosa e dall’associazione Progetti Comuni.