Genova. Alla chiusura dei seggi alle 23 di domenica la Liguria si conferma tra le prime regioni italiane per affluenza considerando il dato del referendum, che è quello più alto: nella prima giornata è andato a votare il 44,04% degli aventi diritto, cifra che vale il quinto posto in classifica alle spalle di Valle d’Aosta (56,37%), Trentino-Alto Adige (54,42%), Veneto (51,04%), Toscana (48,29%) e Marche (47,56%) e seguita a ruota dalla Puglia (43,72%). Il dato nazionale è del 39,44%.
Le urne saranno aperte ancora oggi, lunedì 21 settembre dalle 7 alle 15. Qui spieghiamo le modalità di voto, qui le novità per le regionali e l’elenco di tutti i candidati.
La coincidenza con le regionali finora funge da traino, come si evince dai numeri analoghi dei territori chiamati al voto amministrativo e dal crollo dell’affluenza al Sud (la Sicilia supera appena il 25%, la Sardegna si ferma al 23%), ma il dato relativo alle sole regionali è comunque più basso: 39,29% per la Liguria nel complesso.
In provincia di Genova ha votato il 44,46% per il referendum e il 39,8% per le regionali. Ancora più alto risulta però il dato del Savonese che segna rispettivamente 45,64% e 41,18%. Nel capoluogo di regione si registrano 43,98% e 40,72%. Il record appartiene a Crocefieschi (61,17% per il referendum, 57,4% per le regionali).
La giornata elettorale è trascorsa senza particolari problemi a parte il caso di Oregina, dove una sezione è stata temporaneamente chiusa per un sospetto caso di coronavirus che si è poi rivelato un falso allarme.
Il presidente di seggio era stato ricoverato con la febbre, a metà mattina il Comune aveva deciso di mandare tutto il personale a casa in isolamento prima di sanificare e riaprire con nuovi scrutatori, quindi in serata il tampone negativo ha tranquillizzato tutti. A Genova più di 60 persone hanno chiesto di votare a domicilio perché in isolamento o quarantena per coronavirus.