Genova. Si chiamerà Waterfront Mall, con una parola inglese che identifica propriamente un “grande centro commerciale” sul modello americano. È con questo nome che l’ex Palasport di Genova, inglobato nella rigenerazione urbana del Waterfront di Levante e restaurato con la firma di Renzo Piano, verrà proposto agli investitori dalle società immobiliari che lo prenderanno in gestione non appena Cds Holding terminerà i lavori, cioè nell’ottobre del 2024 secondo le previsioni confermate la settimana scorsa dall’amministratore delegato Massimiliano Moretti a margine del sopralluogo con Bucci e Toti.
Del resto i numeri sono perfettamente in linea con la definizione: 50mila metri quadrati di intervento totale, 28mila metri quadrati di superficie commerciale utile suddivisi su tre piani, ben 121 negozi di cui 19 ristoranti e bar, un maxi supermercato, un’altra grande superficie, 3 medie superfici e 3 unità leisure. Parliamo ovviamente degli anelli esterni del palazzetto realizzato negli anni Sessanta, visto che la parte centrale, corrispondente a un lotto separato, rimarrà un’arena sportiva da 5mila metri quadrati con spalti modellabili in grado di accogliere fino a 5mila spettatori. E poi, nel sottosuolo, due piani di parcheggi coperti che ospiteranno 674 posti auto.
Cifre, presentazioni e rendering si trovano nelle brochure pubblicate dalle aziende che assumeranno la regia dell’operazione e mostrate anche all’ultimo Mapic Italy, la fiera dedicata al mercato immobiliare. La gestione degli spazi e la commercializzazione spetteranno alle milanesi Nhood, società internazionale di servizi e consulenza immobiliare “specializzata nelle riqualificazioni urbane”, e Realia, altra società attiva nel settore retail. A fare le funzioni di project management e pilotage – cioè il coordinamento di tutte le attività tecniche e logistiche che concorrono all’apertura di un centro commerciale – ci sarà Master Retail. Si tratta delle stesse realtà che hanno curato, ad esempio, il lancio del nuovo hub commerciale ToDream negli ex stabilimenti Michelin di Torino inaugurato poco più di un mese fa. Insomma, attori di comprovata e consolidata esperienza nel settore, in Italia e all’estero.
Il progetto architettonico vede protagonista ancora una volta lo studio di Renzo Piano, che dovrebbe curare anche l’arena sportiva oltre alla supervisione del restauro delle facciate, affidato allo studio Obr di Milano. Gli interni sono stati affidati invece a Callison Rtlk, studio di architettura entrato nell’orbita di Arcadis che si definisce “leader mondiale di consulenza e progettazione nell’ingegneria civile e ambientale”.
Gran parte dell’attenzione è concentrata sulla grande superficie di vendita destinata a ospitare un supermercato. Le indiscrezioni che si rincorrono da mesi parlano di Esselunga in pole position per aggiudicarsi quello che diventerebbe il quarto punto vendita in città, dopo il primo aperto in via Piave (non distante dal Waterfront), quello appena inaugurato a San Benigno e quello di prossima realizzazione a Sestri Ponente. Ma le trattative sarebbero tutt’altro che chiuse e, da quanto si apprende, restano in gioco i principali concorrenti, da Conad a Sogegross passando per Carrefour.
“Waterfront Mall – si legge nella presentazione sul sito di Nhood – proporrà un’offerta trasversale con brand nazionali e internazionali. Il mare, nella sua accezione più ampia, e le tipicità del territorio saranno altrettanti focus per abbigliamento, accessori e gastronomia d’eccellenza“. Il nuovo centro commerciale, quindi, “diventerà un destination point multi target: per i cittadini di Genova, per i turisti italiani e stranieri e per i frequentatori della marina adiacente. Sarà il fulcro di un’area in continuità con l’high street genovese, di cui costituirà il nuovo polo commerciale”.
Le planimetrie indicano come saranno suddivisi gli spazi. Al piano terra sorgerà un’area dedicata all’intrattenimento, piccoli negozi, qualche locale e una grande superficie di vendita da 1.400 metri quadrati.
Al primo piano altri box commerciali, bar e ristoranti, un’altra grande superficie (1.475 metri quadrati), tre medie superfici e una promenade panoramica lungo tutta la circonferenza del Palasport. Al secondo e ultimo piano ci saranno quattro attività del settore alimentare tra cui un grande ristorante con vista mare. Il Comune aveva preannunciato “un distretto commerciale tematico con al centro i temi del turismo, dello sport, della produzione locale e della nautica”.
“Abbiamo paura che il Waterfront diventi una nuova Fiumara“, è l’allarme rilanciato in questi giorni dai commercianti del centro. Il timore è che un polo così imponente per numero e varietà dell’offerta, forte anche di un’ampia disponibilità di parcheggi, possa sancire la morte definitiva dei piccoli negozi rimasti nell’area di via XX Settembre, via San Vincenzo e piazza Colombo. D’altra parte le società incaricate della commercializzazione sarebbero al lavoro per riservare alcuni spazi ad attività di vicinato già presenti in città, ma la vicenda dell’ex mercato di corso Sardegna insegna che la maggior parte dei commercianti non è in grado di sostenere le spese di locazione e di gestione per trasferirsi in contesti simili. Ed è proprio per mitigare l’effetto “terra bruciata” che il Comune sta studiando la possibilità di un collegamento diretto tra il Waterfront e il salotto buono del centro: tra le ipotesi un mezzo sotterraneo fino al Ponte Monumentale e persino una cabinovia.
Cds Holding, la società che sta realizzando i lavori del Waterfront di Levante, aveva acquistato il Palasport da Spim per 14 milioni e 250mila euro. L’investimento previsto inizialmente era di 94 milioni, ma i costi sono lievitati a causa dei rincari sulle materie prime. Per ora esiste un contratto preliminare, la cessione vera e propria avverrà una volta terminati gli interventi strutturali sul palazzetto circolare. “A quanto lo venderemo? Troppo poco“, si limita a rispondere Moretti senza fornire ulteriori dettagli sulle cifre dell’operazione.