Testimoni

Facce da 25 aprile, i genovesi in piazza per ricordare la Liberazione: “Oggi più che mai” fotogallery

Anziani e giovani, famiglie e bambini, scout, sindacati, politici, qualche turista. Ognuno di loro ha un motivo per essere presente nel "giorno più importante della storia d'Italia"

Generico aprile 2024

Genova. Oltre 10mila persone hanno partecipato oggi a Genova al corteo del 25 aprile. Si è trattato, probabilmente, della manifestazione più numerosa tra quelle che si sono susseguite per la celebrazione della Liberazione nel periodo del post Covid.

Anziani e ragazzi, famiglie con bambini e amici a quattro zampe al seguito, istituzioni e rappresentanti della giustizia e dei sindacati, politici di tutti gli schieramenti, scout, volontari di associazioni, anche qualche turista e tra i turisti anche qualche straniero. Una festa che spesso, anche oggi, è stata connotata dall’essere divisiva – non sono mancati i fischi all’indirizzo di Bucci e Toti in piazza Matteotti – ma che continua, allo stesso tempo, a essere il simbolo del collante del nostro Paese.

Una festa, quel “W 25 aprile” per tanti anni scritto a caratteri maiuscoli sulle bandierine distribuite dall’Anpi nei quartieri di Genova, che ha richiamato tante persone, non solo per ribadire il concetto cardine della nostra Costituzione, ma anche per cercare uno squarcio di speranza in un momento storico tra i più cupi del dopoguerra. “Meno male che c’è tanta gente, almeno oggi”, sospira una genovese, guardandosi intorno nel tentativo di stimare il numero di presenti.

E quindi sotto il sole di Genova, le “facce” da 25 aprile. Tante donne e tanti uomini con sulle spalle la bandiera tricolore e la stella dell’Anpi cucita al centro, capelli bianchi e capelli colorati, occhiali da sole e occhiali da vista, striscioni e manifesti fai da te: “Sono antifascista”, scrivono in tanti su manifesti indossati con orgoglio: lo fa un’universitaria con la treccia e lo fa Don Paolo Farinella. “Meglio maiale che fascista”, si legge sul foglio A4 disegnato da una ragazza con i capelli ricci. “Nonna antifascista”, compare a grandi lettere sulla maglia di una signora dal sorriso grande.

Tra le facce in piazza per il 25 aprile anche diversi volti noti. I rappresentanti delle istituzioni, con la giunta comunale quasi al gran completo attorno al sindaco Bucci, presente la Regione Liguria, con il presidente Toti che ha raggiunto il corteo sotto il ponte Monumentale. Per Bucci quella di oggi “è la giornata più importante tra quelle della storia d’Italia”. Toti ha ricordato, senza inutili perifrasi, che “l’antifascismo è alla base della nostra Costituzione”.

Raggiante e incorniciata da una bandiera della pace, dopo aver scontato la pena di 13 anni legata ai fatti dell’alluvione 2011 di Genova, e per la prima volta in una manifestazione politica pubblica, in molti hanno notato la faccia dell’ex sindaca Marta Vincenzi: “E’ bello essere qui”, dice.

E poi giudici e pm, rappresentanti delle forze dell’ordine e dei sindacati, Arci, Anpi, Libera, e tante altre associazioni e partiti con i loro gonfaloni e le loro bandiere. Sventolano, anche, quelle della Palestina. “Anche il popolo palestinese sta portando avanti una resistenza e ha diritto ad esistere”, dice una giovane coppia di genitori. La figlia, sulle spalle del papà, batte le mani al ritmo della fanfara.

Ma in corteo, cercando di non guardare lo striscione “antisionista” comparso per qualche minuto in via XX Settembre, c’è il volto di Gilberto Salmoni, 96 anni, uno dei rappresentanti della comunità ebraica e superstite della Shoah, presidente onorario dell’associazione degli ex deportati italiani, insieme al vicepresidente genovese Filippo Biolé. “Oggi più che mai c’è bisogno di essere presenti il 25 aprile”, dice, a pochi giorni dall’episodio di vilipendio del suo ritratto presso il campo di sterminio di Buchenwald, dove fu imprigionato.

Volto di testimone, anche quello scavato, vispo e dolcissimo di Guglielma Bertini, partigiana Gianna, con i suoi 103 anni, per la prima volta in manifestazione. Su una sedia a rotelle, fragile come non potrebbe essere diversamente per una donna della sua età, ha voluto partecipare “per dire no alle guerre, per fare capire ai giovani quale tragedia esse siano”. Se lei è riuscita a essere in piazza, per chiunque altro non c’è scusa che tenga.

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