Delusione

Waterfront Mall, la rabbia dei commercianti: “Porterà via la clientela del centro, la storia si ripete” fotogallery

Nel mirino ancora il centro commerciale previsto al Palasport con 121 negozi e un ipermercato: "Sarà una seconda Fiumara, questo modello di città è sbagliato"

Generico maggio 2023

Genova. C’è il rischio che diventi una nuova Fiumara“, avevano detto poche settimane prima che il progetto fosse svelato nei dettagli. E oggi, vedendo quello che sarà il centro commerciale inserito nel Palasport del futuro Waterfront di Levante, i commercianti genovesi non possono far altro che confermare i loro timori per quella che secondo loro sarà una “mazzata letale” ai danni dei negozi del centro. Senza dimenticare l’impatto sulla zona della Foce, già sofferente come tante realtà di quartiere in cui le serrande tendono ad abbassarsi.

“Questo centro commerciale, più che aggiungere attrazione alla città, sottrarrà flussi dal centro tradizionale di Genova: via XX Settembre, San Vincenzo, il Quadrilatero – sottolinea Oscar Cattaneo, vicepresidente vicario di Ascom Confcommercio -. Auspicavamo si creasse qualcosa di un certo livello, ma da Milano non viene nessuno per comprare da Calzedonia, tanto per capirci. Non siamo contro a prescindere, ma non vogliamo che questo progetto vada a scapito delle nostre aziende. Una città per essere sostenibile e inclusiva deve mantenere un equilibrio, ma mi sembra che ci stiamo sbilanciando fortemente verso un certo tipo di commercio”.

Negli anni scorsi la giunta Bucci aveva rassicurato più volte le associazioni dei commercianti, parlando di “distretto tematico dello sport e della nautica” piuttosto che di “centro commerciale tout court“. Ma i numeri delle brochure di Nhood, Realia e Master Retail, le società che prenderanno in gestione il complesso curando la commercializzazione degli spazi, rendono difficile pensare a qualcosa che non interferisca con lo shopping del centro: ben 121 negozi di cui due grandi superfici di vendita (un ipermercato) e tre medie superfici. I 15mila metri quadrati autorizzati dalla Regione (che rispettano le prescrizioni del Puc e del Puo) non includono i locali di servizio e attività collaterali. Lo sport rimarrà nella parte centrale del palazzetto, che potrà contenere al massimo 5mila spettatori.

Ci era stata rappresentata un’operazione che avrebbe creato attrazione per eventi e concerti, invece l’impressione è che sia un centro commerciale tipo la Fiumara – rimarca Cattaneo -. Ci sarà possibilità di parcheggio, sarà un ulteriore fattore di attrazione. Questi centri di aggregazione diventano anche luoghi dove la gente va a passarsi le domeniche e tra l’altro appesantiscono il traffico. Così chiudono i negozi sotto casa e i cittadini diventano anche più dipendenti dalle auto. Noi riteniamo che si debba seguire un diverso modello di riqualificazione“.

Confcommercio conferma che sono state avviate trattative per destinare alcuni spazi del futuro Waterfront Mall a negozi del territorio: “Le condizioni sono dettate dagli investitori, se ci saranno situazioni come l’ex mercato di corso Sardegna le attività di vicinato non riusciranno ad aderire. Stiamo aspettando un contatto, ci hanno promesso di darci un’opportunità, vedremo”. Chi conosce bene questa dinamica è Umberto Solferino, presidente del Civ di corso Sardegna e della consulta dei Civ di Ascom: “Non credo ci saranno negozi di vicinato, o saranno negozi tematici oppure sarà difficile sostenere quei costi. Purtroppo siamo da capo, è una scena già vista molte volte”.

Insomma, sorpresi sì ma fino a un certo punto: “Siamo tutti in subbuglio – prosegue Solferino -. Non ci aspettavamo questa operazione quando è nata, poi ci è apparso chiaro che sarebbe finita così. Per ogni spazio che si sviluppa in città si segue lo stesso fil rouge. Speravamo che il Palasport si potesse recuperare a livello sportivo, invece non avrà i requisiti adatti per ospitare eventi di livello. E invece sarà una seconda Fiumara, la storia si ripete“.

C’è delusione nei confronti di questa amministrazione: “Mi spiace che il sindaco ci riprenda – continua Solferino – ma non possiamo essere contenti di questa operazione. Su altri temi siamo sulla stessa linea e lo lodiamo, in questo caso siamo per forza contrari”. Ma non solo: “Ci sono molte responsabilità spalmate da tutte le parti. Non c’è logica, non c’è un ragionamento condiviso, non c’è una strategia commerciale. Oggi assistiamo a prese di posizione politiche da parte del Pd e dell’opposizione, ma molte cose si potevano fare prima”. La primogenitura dell’operazione Blueprint, poi Waterfront, appartiene infatti alla giunta Doria che fissò superfici commerciali ancora più estese di quelle attualmente in progetto.

Con le associazioni dei commercianti resta in piedi la discussione su un mezzo di trasporto che colleghi direttamente il Waterfront al centro, nell’ottica di integrare i due poli e sfruttare i nuovi park interrati come punto di interscambio. Ma al momento non c’è nulla di concreto. E resta qualche dubbio da parte degli stessi negozianti, come osserva Solferino in conclusione: “Questo ipotetico collegamento porterà le persone dal Palasport al centro o viceversa? Non vorremmo che fosse un modo per allontanare ancora più facilmente la clientela”.

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