Genova. Novità per il progetto del Waterfront di Levante: il Comune di Genova vuole ricomprare il Palasport. Non l’intera struttura circolare (dove è previsto il distretto commerciale tematico) ma solo il cuore dell’edificio, quello che sarà adibito a funzioni sportive e ricreative anche dopo la ristrutturazione che sta portando avanti Cds Holding, cioè la stessa società immobiliare che se l’era aggiudicato quattro anni fa a 14 milioni e 250mila euro.
A spiegare i dettagli dell’operazione è il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi: “È un impianto già destinato a funzione pubblica, pur essendo di proprietà privata. Ma un conto è un palazzetto privato in cui il Comune deve mediare con una serie di vincoli e lacci, un altro conto è decidere di tutto campo della gestione. Ci stiamo lavorando da mesi. Siamo stati molto esigenti con l’operatore privato: abbiamo imposto aumenti di superficie (da 8mila metri quadrati a 16mila nell’ultimo progetto), c’è stato l’intervento dello studio di Renzo Piano, abbiamo completamente rivoluzionato il sistema di accessi, avremo tribune retrattili e un ledwall di 9 metri. Tutta una serie di requisiti perché non fosse un semplice palazzetto ma potesse ospitare 12 discipline sportive, eventi, spettacoli e concerti. E soprattutto perché fosse inserito nel contesto del Waterfront”.
L’immobile di fatto è già sul mercato e la valutazione terrà conto delle stime dell’Agenzia del demanio. A valle della ristrutturazione, che dovrebbe concludersi nel 2024 secondo le stime attuali, il valore dell’arena sportiva da 5mila posti totali dovrebbe superare ampiamente i 20 milioni di euro, tenuto conto che il Palasport nel suo complesso ne varrà almeno 80. A intestarsi l’operazione sarebbe Fsu, la finanziaria del Comune (che detiene le quote azionarie di Iren) che sta già trattando con le banche. L’amministrazione, insomma, si troverebbe ad acquistare una parte dell’edificio al doppio di quanto ha venduto l’intera struttura.

“Ma all’epoca – precisa Piciocchi – l’avevamo venduto tutto ipotecato per pagare i debiti con le banche: una strada condivisa con la Corte dei conti e un’operazione di cui sono molto orgoglioso perché ha posto le premesse per lo sviluppo successivo. Avevamo venduto un rudere, solo l’adeguamento statico sarebbe costato 20 milioni. Dopo anni valutiamo l’opportunità di riacquistare chiavi in mano un impianto sportivo all’avanguardia di ultimissima generazione. Non c’è alcun paragone tra i due oggetti. Se non avessimo agito così, oggi avremmo in quell’ambito una speculazione edilizia senza alcuna possibilità di controllo da parte del Comune”. Ovviamente anche Cds avrebbe la sua convenienza perché la compravendita consentirebbe di recuperare gli extra costi affrontati per le migliorie progettuali e gli aumenti dei prezzi.
Sull’acquisizione del Palasport interviene il presidente di Confcommercio Genova Alessandro Cavo: “Il progetto del Waterfront di Levante derivante dal Blue Print di Renzo Piano è un progetto unitario voluto dall’amministrazione comunale per rigenerare il quartiere fieristico con l’obiettivo di risanare i problemi di Spim ereditati dalle precedenti amministrazioni e quindi agevolando fortemente gli investitori. Riportare indietro le lancette dell’orologio e acquisire nuovamente spazi che gli investitori si erano impegnati a far diventare servizio per la collettività può avvenire solo se si rinegoziano le destinazioni e le superfici commerciali dell’intero compound e di ogni proprietario con grande chiarezza“.
Ma la parte commerciale seguirà un binario completamente diverso. Come aveva anticipato Genova24 a giugno, la commercializzazione degli anelli esterni del futuro Palasport è già stata affidata a tre società specializzate che presentano il progetto sotto il nome di Waterfront Mall. Il centro commerciale “tematico” conterà su 50mila metri quadrati totali e 28mila metri quadrati di superficie commerciale suddivisi su tre piani, anche se quella “reale”, al netto dei vari servizi, sarà di 15mila metri quadrati come sancito dall’autorizzazione regionale.
All’interno sono previsti ben 121 negozi di cui 19 ristoranti e bar, un supermercato, una grande superficie, 3 medie superfici e 3 unità leisure. E poi, nel sottosuolo, due piani di parcheggi coperti che ospiteranno 674 posti auto. Uno scenario che spaventa i negozi di vicinato, quelli della Foce ma anche quelli del centro, che temono di vedere un’ulteriore riduzione di clientela attratta da grandi catene e comodità come i numerosi parcheggi.
“Sul punto voglio essere chiaro per evitare malintesi: non è una revisione del progetto. La distribuzione delle funzioni è stabilita dal Puo che ha dato attuazione al Puc del 2015, quello di Bernini – replica l’assessore Piciocchi -. Non sarà una nuova Fiumara perché è stato posto un vincolo di prevalenza per attività di vicinato e soprattutto dovranno essere rispettati i temi. Noi non abbiamo cambiato nulla di quelle previsioni sugli spazi commerciali. Qui si tratta solo di un cambio di proprietà che riguarda la parte destinata dallo strumento urbanistica a funzioni pubbliche, quella sportiva appunto, che noi riteniamo possa essere meglio gestita se proprietario ne diviene il Comune di Genova.
“Riacquistare il Waterfront – conclude il vicesindaco – è un nuovo atto di coraggio del Comune che attesta ancora una volta la fortissima vocazione pubblica di tutto il progetto Waterfront di Levante. Siamo molto orgogliosi, lavoriamo con un privato che coglie le nostre esigenze per arrivare a una sintesi che farà del Waterfront un nuovo quartiere vissuto h24. Andiamo avanti”.