Scontro

Linea del Campasso, la rabbia dei cittadini: “Diciamo no per i nostri figli”. Romeo rilancia per un’alternativa

Consiglio municipale infuocato al centro civico Buranello. Confermata la copertura su via Ardoino, Piciocchi: "Ci sarà verde, non parcheggi". Il presidente della Valpolcevera: "Serve un tavolo permanente con l'Autorità portuale"

consiglio municipale congiunto su linea Campasso

Genova. Pomeriggio infuocato nell’auditorium del centro civico Buranello di Sampierdarena dove si sono riuniti i consigli municipali congiunti del Centro Ovest e della Valpolcevera per discutere della riattivazione della linea del Campasso (il cosiddetto ultimo miglio del Terzo Valico) e del relativo progetto di rigenerazione urbana che interesserà i quartieri attraversati dai treni merci. Presenti in sala più di 200 persone oltre ai consiglieri, l’assessore e vicesindaco Pietro Piciocchi, il responsabile di progetto Mariano Cocchetti di Rfi e i presidenti Michele Colnaghi e Federico Romeo.

Anzitutto le notizie: Cocchetti ha confermato che sono stati formalizzati gli incarichi tecnici per realizzare la copertura dei binari su via Ardoino, il tratto più critico della linea. Qui infatti i treni – fino a 42 al giorno, anche di notte – passerebbero proprio in mezzo alle case di Sampierdarena. “Sarà una galleria con copertura a verde, quindi non sarà un parcheggio ma sarà una vera e propria opera di riqualificazione urbana”, ha spiegato Piciocchi. I lavori partiranno “nel secondo semestre di quest’anno“, ha annunciato l’ingegnere di Rfi, anche se alcuni interventi preparatori sono già iniziati negli scorsi mesi.

La linea ferroviaria del Campasso tra le case di Sampierdarena

Per la rigenerazione urbana di Sampierdarena, Certosa, Rivarolo e Fegino sono a disposizione 189 milioni stanziati dal Governo proprio con l’obiettivo di mitigare i disagi della nuova infrastruttura. Ma, mentre nel protocollo d’intesa firmato dall’ex ministro Giovannini si parlava di demolizioni in un raggio di 10 metri dalla ferrovia e indennizzi fino a 30 metri, oggi la prospettiva è diversa: “Andremo ben oltre queste fasce con due ambiti non previsti inizialmente – ha assicurato Piciocchi -. Oltre alla copertura di via Ardoino, fortemente richiesta dal Comune, ci stiamo impegnando sull’area di piazza Facchini che acquisiremo dalle Ferrovie. Entro fine giugno presenteremo una nostra proposta da aprire ulteriormente alla discussione per verificarla coi territori e con Rfi”. Nel frattempo il Municipio ha concluso il percorso di partecipazione con risultati che dovranno poi integrarsi con gli input di Tursi.

Fin qui gli ultimi aggiornamenti sullo stato dell’arte. Ma il sentimento prevalente, come testimoniano gli interventi dei comitati e dei semplici cittadini accorsi in massa all’appuntamento, è la rabbia. E nemmeno le compensazioni previste riescono a scalfire la contrarietà all’opera. Tanto che il presidente della Valpolcevera, Federico Romeo, ha rilanciato proponendo una soluzione alternativa e l’apertura di un tavolo istituzionale permanente che includa l’Autorità portuale: “Il Terzo Valico è in ritardo, sono partiti i lavori della nuova diga, a Sampierdarena avremo il porto in orizzontale. Se c’è la possibilità di comporre i treni merci in porto, evitando di usare la linea e il parco del Campasso, questa possibilità va colta. Esiste il problema delle pendenze, alcuni treni avranno bisogno della doppia trazione. Come giustificheremo la spesa di miliardi di soldi pubblici? Uniamoci – è l’appello rivolto a Piciocchi – e proviamoli a farli ragionare, a quel punto Rfi dovrà cambiare il progetto”.

Da Piciocchi via libera all’idea di un tavolo permanente che coinvolga sia Rfi sia l’Autorità portuale, ma con un chiaro avvertimento: “I 189 milioni sono vincolati a questo tracciato ferroviario, se ci saranno elementi tecnici per scegliere un altro tracciato il primo risultato è che salteranno le risorse per riqualificare il quartiere”. Il vicesindaco ha ricordato che la scelta di far passare i treni merci dal Campasso risale a un protocollo d’intesa del 2005. “Se così è stato, ad oggi possiamo dire che quella scelta è stata una gran belinata“, ha risposto Romeo senza mezzi termini. Da Cocchetti nessuna apertura sull’utilizzo esclusivo della linea sommergibile: “Andrebbe in saturazione rispetto alle richieste del sistema portuale, inoltre si creerebbero interferenze con la linea passeggeri. Abbiamo valutato molte altre soluzioni, nessuna è percorribile. I treni che avranno bisogno della doppia trazione saranno solo una minima parte”.

Un “no” corale sia allo spostamento dei depositi chimici a Sampierdarena sia ai treni merci in mezzo alle case è arrivato da numerose realtà del territorio tra cui il comitato Liberi Cittadini di Certosa, le parrocchie e le scuole del quartiere, Anpi, circoli e società operaie, come messo nero su bianco in un documento letto in sala da Enrico D’Agostino. “Siamo qua non solo per solidarietà tra noi, ma per un’unica causa: che non venga fuori una porcata che rimarrà sulle spalle dei nostri figli. In gioco c’è il futuro dei nostri ragazzi”, ha detto Gianfranco Angusti, storico leader delle Officine Sampierdarenesi. Presenti per solidarietà anche esponenti della rete dei comitati genovesi.

Uno dei fronti più caldi è quello di Sampierdarena, tra via dei Landi e via Ardoino. “Non ci sentiamo rappresentati da nessuno, il nostro palazzo è nella fascia destinata alla demolizione – ha spiegato in una lettera una condomina dei civici 11 e 13 di via Ardoino -. Capiamo tutto ma cerchiamo risposte concrete. Da dicembre stiamo scrivendo tramite il nostro avvocato, abbiamo mandato tre lettere via Pec e un’istanza 3 maggio, ricevendo in risposta solo vuoto e silenzio. Come faremo a vivere con la paura quotidiana, con i treni anche di notte? I sacrifici di una vita sono stati buttati nel vento. Inoltre stiamo concludendo i lavori di ristrutturazione. Questo silenzio deve finire”.

Sulle merci pericolose Cocchetti ha ribadito che la linea del Campasso verrà usata solo in caso di emergenza sulla rete nazionale. Oltre alla copertura della linea (ancora da progettare) sono previsti “tappetini antivibranti” per ridurre l’effetto del passaggio dei convogli e misure particolari per i treni. Garanzie che non tranquillizzano i cittadini. Oltre il Campasso c’è via Canepari, dove altri palazzi si affacciano sulla linea ferroviaria oggi dismessa. “Il progetto è già stato valutato in termini di vibrazioni – risponde Cocchetti -. Gli effetti sono molto bassi e non saranno tali da creare problematiche di stabilità”.

lavori certosa linea campasso

I prossimi passi saranno dunque la presentazione del progetto di rigenerazione da parte del Comune e l’apertura del tavolo permanente con l’Autorità portuale chiesto dai due Municipi governati dal centrosinistra. Ma a breve – probabilmente subito dopo l’estate – partiranno i cantieri con annessi disagi. Fine lavori, secondo le ultime previsioni, il 2025, ma a nulla servirà terminare prima che il Terzo Valico sia effettivamente pronto. La partita che dovrà aprirsi sarà dunque quella degli indennizzi, che saranno gestiti dal tavolo Pris per quanto riguarda il progetto originario di Rfi.

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