Manifestazione

Femminicidio a Genova, in 200 in via Colombo per dire basta alla violenza sulle donne

Il presidio organizzato da Non una di meno e dal Centro Antiviolenza Mascherona. Sulla saracinesca del negozio fiori e messaggi d'affetto

Genova. In duecento, quasi tutte donne, si sono date appuntamento davanti al negozio di Clara Ceccarelli, la 69enne uccisa a coltellate dall’ex compagno Renato Scapusi ieri sera nel pieno centro di Genova. E uno striscione che dice molto: “Non è un raptus a ucciderci, basta crederci!“. È la risposta al presidio convocato da Non una di meno e dal Centro Antiviolenza Mascherona per dire basta alla violenza, ancor di più adesso che c’è una vita in più da piangere, la tredicesima vittima di femminicidio in Italia da quando è iniziato il 2021.

Davanti alla saracinesca abbassata della pantofoleria Jolly Calzature, teatro del brutale assassinio, ci sono rose, tulipani, una cornice di mimose, i messaggi di chi la conosceva e l’omaggio di chi ha solo letto la sua storia sui giornali, magari dopo essersi fermato attonito a guardare la scena del delitto in un venerdì sera come tanti nell’epoca Covid, mentre le auto della polizia sbarravano il passaggio in una città semideserta.

“Eravamo lì la settimana scorsa, ad urlare la nostra rabbia contro il fiume di femminicidi che ormai non fanno neanche più notizia sui media nazionali. Saremo lì nuovamente oggi, perché negli ultimi due giorni, tre donne sono state uccise per mano di un uomo. L’ultima, Clara Ceccarelli, qualche ora fa, nella nostra città, proprio vicino a dove sabato abbiamo gridato per far sentire la loro voce, la nostra voce”, si legge sulla loro pagina Facebook.

“Clara è stata uccisa dal suo ex compagno. Siamo sconvolte per quello che è successo a pochi passi da noi – afferma Manuela Caccioni, responsabile del Centro Antiviolenza Mascherona che ha sede proprio lì vicino, in piazza Colombo – ma non siamo stupite. Sono già 13 le donne uccise nel nostro Paese da inizio anno. L’uccisione di Clara è un’ulteriore triste conferma di un fenomeno purtroppo sempre attuale e diffuso e che ci obbliga ancora una volta ad una riflessione e ad una assunzione collettiva di responsabilità”.

Ieri sera a Genova è stato consumato l’ennesimo femminicidio – ricorda Elena Bruzzese, membro della Camera del Lavoro di Genova -. La violenza nei confronti delle donne è una sconfitta per tutti: è violenza ignobile nei confronti della singola persona e nei confronti di tutta la società. Serve una rivoluzione culturale, iniziando dai banchi di scuola. La Cgil chiede che siano finanziati i centri antiviolenza e si permettano dei percorsi di autonomia per le donne, con la possibilità di avere una casa, un lavoro e poter dare le cure ai propri figli. Solo così si potrà mettere la parola fine a questa vera e propria emergenza nazionale”

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