L'inchiesta

Operata per rimuovere un tumore, muore con l’intestino perforato: sette medici indagati

La donna, 68 anni, era stata ricoverata all'Evangelico di Voltri per un intervento programmato. Dopo tre giorni le sue condizioni sono precipitate ed è stata riportata in sala operatoria, dove è stata riscontrata la lesione

ospedale voltri

Genova. Era stata ricoverata all’ospedale Evangelico di Voltri per un intervento di rimozione di un tumore, programmato da tempo, ma è morta dopo poco più di un mese di coma farmacologico per la perforazione dell’intestino.

Sulla vicenda della donna, una 68enne residente a Marassi, ora la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta e iscritto nel registro degli indagati sette professionisti dell’ospedale di Voltri. Il  sostituto procuratore Alberto Landolfi vuole ricostruire nel dettaglio che cosa sia effettivamente accaduto alla donna dall’arrivo in ospedale, il 31 luglio scorso, sino al decesso, risalente all’8 settembre, lasso di tempo in cui non ha mai lasciato l’ospedale e in cui è stata sottoposta a due operazioni.

La prima era quella programmata: un intervento chirurgico di rimozione dell’utero per la presenza di una massa tumorale. Stando a quanto denunciato dalla famiglia in un esposto, però, sin dal risveglio post intervento la donna ha iniziato a lamentare dolori fortissimi all’addome, tanto da spingere i medici a sottoporla a una tac di controllo da cui non sarebbe emerso nulla di sospetto. Tre giorni dopo l’operazione le sue condizioni sono precipitate e i parenti hanno segnalato la situazione ai medici dell’Evangelico. La 68enne è stata visitata e riportata d’urgenza in sala operatoria, dove i chirurghi hanno riscontrato una perforazione dell’intestino. Il secondo intervento non è stato risolutivo: alla donna è stato indotto il coma farmacologico, da cui non si è più svegliata. L’8 settembre, come detto, il decesso.

La procura ha deciso adesso di approfondire l’accaduto e ha disposto l’autopsia per capire se, come sostiene la famiglia, la 68enne sia morta a causa di un errore nel corso del primo intervento chirurgico, che potrebbe avere causato la perforazione dell’intestino, e se vi siano state negligenze o errori anche nell’analizzare la tac e nel corso della seconda operazione.

Nella denuncia presentata in procura dai familiari della donna, assistiti dagli avvocati Elio Scaramuzzi e Marco De Benedictis, si chiede infatti di fare chiarezza sia sugli interventi chirurgici sia sull’esame diagnostico eseguito per capire se vi fossero problematiche o complicazioni post operatorie. La polizia giudiziaria ha già ascoltato uno dei figli della dona e sequestrato le cartelle cliniche, e per martedì 17 settembre è fissata l’autopsia.

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