Genova. La mano che si apre, il pollice piegato sul palmo, e poi il pugno. Un gesto discreto, silenzioso, rapido, che può essere fatto da lontano, per strada, durante una conversazione video, ma capace di dare l’allarme. Questo è il “Signal for Help”, il messaggio in codice per segnalare violenze domestiche e abusi subiti, oggetto di una campagna virale di diffusione partita dal Canada che in queste ore sta girando sulle bacheche social anche in Italia e a Genova.
Il senso è quello di poter creare un codice riconosciuto da tutti per poter dare la possibilità a chi è ingabbiato nella paura della violenza domestica (ma non solo) di chiedere appunto aiuto senza esporsi ad ulteriori violenze e senza lasciare tracce, e quindi evitando di mettersi ulteriormente in pericolo. Un’idea che circola già da qualche mese in rete, ma che in queste ore si sta diffondendo in maniera capillare, accendendo anche una discussione sul tema.
“Attenzione, non è così semplice come si crede – scrivono in un comunicato i centri antiviolenza della rete D.i.Re (Donne in rete contro la violenza) – seppur fatto in buona fede può diventare pericoloso perchè presuppone che dal segnale parta un protocollo di intervento che di fatto – almeno nel nostro paese – non esiste“. In altre parole l’intervento di risposta alla richiesta di aiuto deve essere gestito in maniera tale da evitare ulteriori pericoli alle vittime: a Genova come in Italia non si contano, infatti, i casi di segnalazioni finite nei cassetti, sottostimate, lasciate cadere nel vuoto, e che spesso hanno esposto ad ulteriori violenze chi aveva avuto la forza e l’opportunità di denunciare.
“Esistono dei numeri utili da chiamar in caso di emergenza, il 112 e il 1522 – continua la nota del D.i.Re – Per affrontare la violenza sulle donne ci vuole sempre competenza. Non si può improvvisare”. Insomma un codice che potrebbe essere un punto di partenza, ma che deve poi essere seguito in maniera “sicura”: la raccomandazione, quindi, è quella, per chi raccoglie questo messaggio, di rivolgersi senza indugio ai centri antiviolenza, evitando improvvisazione e gesti non ragionati. Con la violenza non si scherza, e spesso non esistono seconde possibilità.