Genova. “Perfettamente in linea con le nuove tendenze dell’amministrazione Giovanni Toti e Marco Bucci, vogliamo renderci partecipi del cambiamento della nostra vallata. Abbiamo deciso di promuovere un concorso di idee per la realizzazione di nuovi progetti “senza se e senza ma“, ovviamente in deroga a tutto. Leggi, Norme e buon senso, si possono finalmente derogare, basta giustificarne l’urgenza, la necessità, la peculiarità e la giunta del Presidente Giovanni Toti e del Sindaco Marco Bucci approverà senza indugio. A tutto si può derogare: piano di bacino, piano urbano comunale, piano paesaggistico regionale, non c’è limite alla deroga“.
Con queste parole inizia la presentazione dell’iniziativa dell’associazione Amici di Pontecarrega che lancia, ironicamente, un concorso per nuovi progetti ‘impossibili’ in val Bisagno dal titolo ‘Crea anche tu la tua infrastruttura in deroga’. Il riferimento per nulla velato è quello alla deroga salva-Skymetro – approvata recentemente dal Consiglio regionale della Liguria che di fatto ha blindato il progetto dello Skymetro in Valbisagno con una norma che rende “ammissibili infrastrutture lineari strategiche di trasporto pubblico, situate in grandi centri urbani e finalizzate al miglioramento della mobilità urbana con contestuale riduzione del trasporto privato e delle emissioni, non altrimenti localizzabili, anche qualora ricadenti nelle fasce di tutela dei corsi d’acqua o interessanti aree del demanio idrico”.
Nella pagina della associazione dedicata a questo ‘concorso’ sono elencate alcune regole da seguire per partecipare: “Le idee potranno essere presentate in modo sintetico utilizzando immagini, disegni, video o qualsiasi altra forma di espressione artistica che possa far intendere che l’opera sia innovativa e che non si capisca troppo. I progetti fino all’ultimo dovranno avere un certo alone di segretezza, soprattutto nei modi e nei tempi in cui le opere dovranno essere realizzate, su quali regole si dovrà derogare”
Tra queste spiccano – per inventiva e sarcasmo – quella che prevede che “Se l’infrastruttura non è innovativa, allora dovrà sembrare di esserlo per dare l’impressione che lo sia“, oppure l’articolo numero 6 che prevede che la fantomatica infrastruttura dovrà “vere almeno un acronimo in inglese e un brand riconducibile ai seguenti temi: Pesto, Focaccia, Bandiera di San Giorgio, Salame di S. Olcese, Fuochi d’artificio a mezza notte, Vecchie glorie genovesi (vedi Vittoria della Meloria), Confeugo”. Anche l’articolo numero 7 non lesina in ironia: “L’infrastruttura deve avere un evidente ritorno economico (per i privati, per le imprese di costruzione, agenzie di marketing), quindi occorrerà definire uno sponsor, ma vanno bene anche le aziende partecipate, il resto lo pagherà il comune aumentando la TARI“.
La provocazione è corredata da immagini o ‘rendering’ elaborati con l’intelligenza artificiale che propongono la Valbisagno in varie versioni, tutte con impianti e infrastrutture impossibili e dal fortissimo impatto, come ad esempio quello che presenta la costruzione di 12 forni crematori a Staglieno (con l’inevitabile didascalia “Anche le salme del Nord Est devono avere un servizio efficiente di cremazione, noi glielo daremo”) oppure quella che propone l‘allargamento dei frantoi della cava di Molassana ” Opera fondamentale in previsione dell’apertura delle cave di titanio del Monte Beigua”. Per finire con una arditissima strada sopralevata che corre parallela al tracciato dell’Acquedotto storico.
La proposta-provocazione, divulgata che sui social, in poche ore ha fatto il giro del web in città, creando ironia e sarcasmo, e qualche colpo al cuore per i più distratti. Un modo sicuramente incisivo e creativo di allargare il dibattito sulle grandi e piccole opere che ‘atterreranno’ in città, e in Valbisagno, nei prossimi anni.