Fumata nera

Mascherine a scuola, l’idea delle Regioni: usarle solo dove ci sono focolai o alto indice di contagio

Toti: "Ennesima riunione conclusa con un nulla di fatto". Il vero nodo resta quello dei trasporti

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Genova. “Ancora una volta l’ennesima riunione con il Governo, a ormai pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, si è conclusa con un nulla di fatto: nessuna decisione sull’uso o meno delle mascherine in aula, né sulle modalità di rientro, così come sul trasporto pubblico locale”. Così scrive il presidente ligure Giovanni Toti al termine del vertice in videoconferenza con Regioni ed enti locali, convocato dal ministro degli Affari regionali Boccia con i ministri Azzolina, Speranza e De Micheli.

Sulle mascherine in classe non c’è ancora l’ultima parola. Le Regioni hanno proposto di valutare l’utilizzo dei dispositivi di protezione in maniera differenziata a seconda delle situazioni e dei territori, attraverso specifici parametri di riferimento che potrebbero essere variabili a seconda degli indici di contagio e di eventuali focolai. Su questo aspetto nei prossimi giorni si pronuncerà il Comitato Tecnico Scientifico. In generale, le Regioni si dicono contrarie all’uso delle mascherine in classe laddove fosse consentito il distanziamento e che fossero utilizzate solo negli spostamenti e nei locali comuni.

Resta la questione trasporti il nodo principale emerso dopo il vertice. Dopo un confronto serrato tra i governatori e l’esecutivo, è stato concordato che le Regioni presenteranno delle proposte per far fronte al tema del trasporto pubblico, in particolare per le ore di punta che coincidono con gli orari di entrata e uscita dalle scuole. A quanto si è appreso il ministro De Micheli sarebbe disponibile ad eventuali deroghe sul tema. Ad esempio la definizione più ampia del concetto dei congiunti, estesa anche a compagni di classe e di lavoro, e dei tempi di permanenza a bordo. Più cauto, invece, il ministro Speranza, che ricorda le indicazioni del Cts, contrario ad eventuali deroghe rispetto a quanto già stabilito per la tutela della sicurezza.

“Se si decide di far tornare sempre di più un Paese alla normalità, dopo l’emergenza Covid, soprattutto in previsione delle riaperture delle scuole, bisogna essere in grado anche di assumersi delle responsabilità. Ad esempio, è impensabile far tornare le persone al lavoro e agli impegni scolastici e post scolastici con le regole ventilate in questi giorni dal Governo per il trasporto pubblico locale – ha continuato Toti -. Dobbiamo banalmente fare i conti con i mezzi che abbiamo a disposizione e, per garantire che tutti possano arrivare a destinazione nei tempi previsti, sul posto di lavoro o a lezione, è indispensabile che non vengano disposte regole che poi alla realtà dei fatti risulterebbero totalmente inapplicabili. Pensare di non far occupare, per esempio, tutti posti a sedere su un autobus è completamente lontano dalla realtà“.

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