Genova. “Nel novembre scorso abbiamo voluto fare un test chiedendo di sottoscrivere un nostro sondaggio. In soli 10 giorni si sono messi in fila oltre 5 mila cittadini che, con carta di identità in mano, hanno firmato per la loro libertà di ‘scegliere, giocare e pensare’ proprio contro le restrizioni previste dagli enti locali. Considerando 500 firme al giorno è immediato immaginare quante firme sarebbero arrivate in un lasso di tempo più ampio”.
E’ tutto qui, nelle parole di Giorgio Pastorino, presidente della Federazione Italiana Tabaccai, lo scontro che si consuma in queste settimane. Perché se c’è chi manifesta contro il gioco d’azzardo ed i suoi tanti rischi e per evitare che la Regione conceda una proroga ad una restrittiva legge contro il gioco d’azzardo, dall’altra parte ci sono gli esercenti, che delle slot vivono, e anche i giocatori. “Abbiamo chiesto loro – continua – di spiegarci meglio la loro scelta ed è emerso che i cittadini sono molto preoccupati per la possibile chiusura degli esercizi e dei tabaccai sotto casa e la conseguente immediata perdita di posti di lavoro. Ci teniamo a precisare che la legge regionale impatta su tutti i tipi di gioco pubblico (dal lotto al totocalcio), di cui le slot sono solo una minima parte. Non è certo vietando tutto questo che si ragiona in termini seri di contrasto alla ludopatia”.
“Come abbiamo detto più volte – conferma il vice presidente di Ascom Alessandro Cavo – il tema del gioco non può essere affrontato in maniera pregiudiziale e semplicistica. Se c’è la possibilità che, in alcuni casi, il giocatore accanito possa trasformarsi in un ludopate questo non è affatto un fenomeno comune e non c’è alcuna causa di necessità tra la possibilità di giocare e la ludopatia”.
“Chiediamo nuovamente ai politici di prestare la dovuta attenzione a fenomeni negativi come le malattie da gioco – concludono – ma di individuare le soluzioni generali in dimensioni ad essi adeguate e, dall’altra parte, di dare attenzione all’importanza proprio del rapporto tra cittadino e commerciante come quello che crea una comunità che abbia in sé gli anticorpi per proteggersi da possibili derive. Ricordiamo che nell’affrontare la delicatezza di fenomeni come questi è, prima di tutto, utile partire dal raccogliere il parere di chi ogni giorno vive queste situazioni (cosa che noi abbiamo fatto) per arrivare a gestire in maniera consapevole le situazioni poiché sono molte le dinamiche e le sfaccettature coinvolte”.