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A Genova diminuisce l’inquinamento, ma con le nuove soglie europee sarà ancora fuori legge

Rapporto Mobilitaria 2024: nessun superamento per il biossido di azoto, ok anche le polveri sottili. Se si rispettassero le soglie Oms si eviterebbero 364 morti all'anno

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Genova. L’inquinamento atmosferico a Genova sta diminuendo. È quanto certifica il rapporto Mobilitaria 2024, redatto da Kyoto Club e dall’Istituto inquinamento atmosferico del Cnr con i dati aggiornati al 2023 relativi a 14 città metropolitane italiane, in vista della nuova direttiva europea che fissa obiettivi più stringenti per la qualità dell’aria da raggiungere entro il 2030, fermo restando il traguardo delle emissioni zero entro il 2050. La tendenza è positiva anche guardando in generale all’Italia: nessuna città ha visto crescere i valori di biossido di azoto e quasi ovunque sono calate le concentrazioni di particolato sottile.

In particolare il capoluogo ligure nel 2023 non ha registrato nessun superamento dei limiti orari per il biossido di azoto, un inquinante generato dai processi di combustione (tra cui il traffico veicolare) per cui Genova aveva contribuito alla procedura di infrazione europea nei confronti dell’Italia. Le concentrazioni sono calate in media del 13%, la componente legata al traffico del 12% e la componente di fondo del 12%.

Bene anche i dati del Pm10 e Pm2,5, le polveri sottili e ultrasottili. Genova – anche grazie alle sue caratteristiche climatiche – ha superato solo 3 volte il limite giornaliero (si confrontino Torino 66, Venezia 60, Milano 49) e in generale ha visto diminuire le concentrazioni in media rispettivamente del 5% e 9%, la componente legata al traffico del 5% e 8%. La stazione che ha registrato più sforamenti giornalieri è quella di corso Buenos Aires.

Presto, però, le soglie di legge saranno ancora più basse. L’accordo di compromesso raggiunto da Parlamento e Consiglio dell’Unione Europea lo scorso 20 febbraio prevede valori limite annuali di 20 µg/m³ per il biossido d’azoto, 20 µg/m³ per il Pm10 e 10 µg/m³ per il Pm2,5. Genova, con una media annua di 27 µg/m³ per il biossido di azoto, supera del 35% il nuovo limite. In realtà la Superba è la città più virtuosa, visto che tutte le altre aree metropolitane sarebbero fuori norma su tutti gli indicatori annuali (tranne Cagliari, che risulta sotto soglia proprio sul biossido d’azoto, ma non sul particolato).

Se i livelli di qualità dell’aria rientrassero nei limiti stabiliti dall’Oms, si stima che a Genova si potrebbero evitare circa 101 morti a causa del biossido di azoto, 29 morti per il Pm10 e 234 morti per il Pm2,5. Per ciascuno di questi inquinanti si perdono così 896, 261 e 2.080 anni di vita complessivi.

Il rapporto contiene anche un focus sulle città portuali. I dati di riferimento sono quelli elaborati dall’Ispra relativi al 2019: per Genova sono rilevati 259,33 megagrammi di ossidi di zolfo, 1.080,62 di ossidi di azoto e 132,49 di particolato, valori che risultano molto inferiori rispetto porti come Napoli e Roma, dove gli ossidi di azoto sfiorano i 13mila e i 30mila megagrammi. Dal 1990 ad oggi si osserva una generale tendenza alla riduzione per tutti questi inquinanti, anche se si assiste a una lieve risalita tra il 2015 e il 2019.

Parlando di mobilità sostenibile, Genova mostra luci e ombre. Il capoluogo ligure ha visto aumentare le proprie emissioni di anidride carbonica dell’11% dal 1990 al 2019, mentre la legge europea sul clima fissa l’obiettivo di ridurle almeno del 55% entro il 2030. La strada da fare è molta, anche se siamo in buona compagnia nel contesto italiano. Altro obiettivo europeo è il 65% di ripartizione modale con mobilità sostenibile (trasporto pubblico, mobilità attiva e mobilità condivisa) e Genova risulta la più virtuosa in Italia con un divario pari a 16 punti percentuali.

“Oggi, il dato che riguarda la diminuzione dell’inquinamento atmosferico nella città di Genova ci rende orgogliosi del risultato raggiunto, ma sempre consapevoli che c’è ancora molto da fare – commenta l’assessore comunale all’Ambiente Matteo Campora -. Significa che le buone pratiche messe in campo dalla nostra amministrazione hanno raggiunto i risultati auspicati: penso alle ordinanze anti smog, un provvedimento nato per diminuire l’impatto dell’inquinamento sulla città, migliorare la vivibilità e la qualità dell’aria cittadina e rientrare nei livelli indicati dalla legge regionale. E penso anche al bonus rottamazione, con cui abbiamo voluto incentivare il rinnovo delle proprie autovetture con mezzi ecologici, compiendo un passo fondamentale per garantire un miglioramento significativo della qualità dell’aria. Ovviamente non possiamo fermarci qui: l’impegno della nostra amministrazione deve proseguire sia sul fronte ambientale sia su quello del miglioramento della qualità dell’aria, a cui è stata impressa una svolta a partire dal 2017, quando è stata riordinata la disciplina regionale riguardo il sistema di rilevamento e gestione della qualità dell’aria”.

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