Incontro-scontro

Skymetro, folla per la prima assemblea pubblica tra critiche e consensi. Campora: “In futuro arriverà a Prato”

Tutto esaurito per la "prima" dell'opera che prolungherà la metropolitana: domani si replica in Bassa Valbisagno

assemblea pubblica skymetro

Genova. Un auditorium, quello di Molassana, straripante, con tutti i posti esauriti e tante altre persone rimaste fuori, per la prima presentazione pubblica del progetto dello Skymetro, la discussa infrastruttura viaria pensata per continuare il percorso della metropolitana genovese attraverso la Valbisagno. Un’occasione pensata dall’amministrazione civica per provare a condividere e raccogliere osservazioni che saranno “eventualmente” prese in carico per la stesura del progetto esecutivo. Un intento che sarà poi perpetuato anche grazie alla piattaforma web gestita dall’Università degli Studi di Genova “Dialoghi in città”, già attivata per il progetto del Tunnel Subportuale.

“Lo skymetro deve arrivare fino a Prato – ha esordito il presidente del municipio IV Media Valbisagno Maurizio Uremassi – è questa la prima richiesta che viene dal territorio. Questa sarà una infrastruttura che collegherà questa vallata alla città e, grazie alla convergenza di altre opere, come il Terzo Valico, al resto del paese e alle grandi città del nord come Milano”.

“Oggi il governo ha finanziato quest’opera, e abbiamo noi oggi il dovere di realizzarla. Nel futuro, appena finito il primo lotto, presenteremo un secondo lotto per arrivare fino a Prato, per allargare il bacino di utenza di questa infrastruttura – ha specificato l’assessore Matteo Campora – Il nostro obiettivo è quello di portare un cittadino della Valbisagno in dieci minuti in centro. Siamo qua per raccogliere le indicazioni del territorio prima di passare alla fase della progettazione esecutiva”.

assemblea pubblica skymetro

Dopo i preamboli di rito, la parola a Emanuele Scarlatti, ingegnere del Comune di Genova, e project manager di questo progetto ha riportato qualche dato tecnico: “La nuova Skymetro sarà percorribile dai mezzi già in uso oggi sulla tratta della metropolitana – ha ricordato – inoltre il finanziamento prevede l’arrivo di sei nuovi treni. Le pile distanziate di 32 metri uno dall’altra, poste a filo argine per impattare in meno possibile sul paesaggio circostante”. E anche l’ingegnere conferma la possibilità di un prolungamento futuro fino a Prato.

L’atmosfera, però, si scalda subito, con la sala che rumoreggia con lo scorrere dei rendering. “Facciamo entrare tutti, ci sono una ventina di persone rimaste fuori”, chiede a gran voce l’ex consigliera municipale Lara Delpino, ma la capienza è stata raggiunta e il presidente Uremassi è irremovibile: “Domani ci sarà un’altra assemblea in piazza Manzoni”. Poi a seguire tanti interventi di comitati e cittadini che provano a mettere in risalto quelle che sono, secondo loro, le criticità di questo progetto.

“Altro che poco impattante – dice Gabriella Rabagliati, rappresentante del Comitato Cittadini Banchelle – avrà un fortissimo impatto sui territori, risolvendo solo in parte i problemi di mobilità visto che questa opera avrà fermate molto distanti tra loro, obbligando a lunghe ‘passeggiate’ per raggiungere gli accessi. Un caratteristica assolutamente non funzionale con chi vive in Valbisagno”. Oltre a questo il fatto che il tracciato sia lontano dalle case “Lo rende irraggiungibile anche perchè non ci sono ponti a sufficienza”, sottolinea Adele, di Liguria a Sinistra.

assemblea pubblica skymetro

“Non può essere solo la metropolitana l’opera per la Valbisagno – chiede e rilancia Claudio Regazzoni – le forze politiche devono mettersi insieme per lo sviluppo di questa vallata, da sempre la cenerentola della città. Vogliamo sapere se l’amministrazione sta lavorando ad altre opere i riqualificazione

“Dalle carte del progetto il parcheggio di interscambio sarà in parte della cava Cavalletti-Montanasco – ha chiesto Dario Pedemonte, del Comitato Gherzi Lusignani Molassana – ma come potrà essere compatibile questo progetto con la stato di fatto, visto che in quell’aria lavorano diverse attività industriali e visto che sono spazi utilizzati anche per lo stoccaggio di terre di scavo delle grandi opere? Ma soprattutto serve chiarezza. Vogliamo sapere che cosa è oggi quell’ex cava. Perché se la coltivazione della cava è finita dovrebbe essere messa in sicurezza e riqualificata, e se non potrà starci il parcheggio, cioè un’opera pubblica, non possono starci neanche le attività industriali”.

“Oltre ai costi di costruzione devono essere chiariti i costi di manutenzione”, ha sottolineato Andrea Agostino, mentre Fabrizio Spiniello, Amici di Ponte Carrega, va giù duro: “Questo progetto sarà la pietra tombale di questa vallata, che ancora una volta vedrà arrivare dall’alto una servitù. Siamo nel 2023 e in tutta Europa si lavori per innovare le città mentre questo progetto è anacronistico. L’alternativa vera è la tramvia, che entra nei quartieri riqualificandoli”.

“Questo confronto doveva essere fatta mesi prima – ha ricordato ancora Delpino – ora è troppo tardi. Un investimento cospicuo che però non sarà legato al tessuto del territorio. Quest’opera non risolverà il problema del traffico, doveva essere portato avanti il progetto del tram, come stanno facendo tutte le grandi città del mondo”.

“Sono nata e cresciuta in Valbisagno – ha aggiunto l’assessore del municipio Angela Villani – e credo che un’opera del genere sia necessaria per lo sviluppo della vallata e per i cittadini che ci abitano e che tutti i giorni oggi impiegano decine di minuti per andare a lavorare e studiare”.

“Noi siamo per il fare – risponde l’assessore Matteo Campora – e abbiamo fatto questa scelta perché crediamo che questa infrastruttura serva alla vallata. E servirà soprattutto se sarà costruito anche un “contorno” nel territorio. Il progetto è quello di ampliare l’utilizzo stesso della metropolitana, pensando ad un orario più ampio, anche serale. Mettendo a punto anche una rete di collegamenti ad hoc per raggiungere le varie stazioni”. Sul parcheggio di interscambio arriva la precisazione: “Confermo che sarà fatto nella prima parte dell’area della cava, dove ci potranno essere 180 stalli, anche sopraelevati. Nel frattempo in questi giorni sono stati installate delle centraline di Arpal per monitorare le immissioni in atmosfera degli impianti presenti, centraline che potranno essere anche spostate in base alle eventuali indicazioni”. Sul destino della cava, però, non arriva – ancora – la risposta.

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