Ma perché?

Caldo, a Genova boom di malori per runner e anziani tutto il giorno al mare: “È da incoscienti”

Cremonesi, direttore del pronto soccorso del Galliera: "Il 70% degli accessi sono anziani con malattie, molti non seguono le raccomandazioni"

ambulanze pronto soccorso galliera

Genova. “Abbiamo persone che vanno a correre in corso Italia nelle ore più calde, cosa che non ha assolutamente senso. E anziani che stanno tutto il giorno al mare mentre potrebbero evitarselo. È veramente da incoscienti”. Ad ogni ondata di calore il pronto soccorso dell’ospedale Galliera, diretto da Paolo Cremonesi, dimostra che la canonica lista dei “consigli per combattere il caldo”, all’apparenza banali e ridondante, è più necessaria di quanto sembri.

“In questi giorni abbiamo minimo 10 accessi al giorno per il caldo – spiega Cremonesi – ma capita di salire anche a 15. Si tratta di svenimenti, collassi, peggioramenti di malattie cardiache e respiratorie. Per il 70% si tratta di anziani con comorbidità, cioè più malattie, il restante 30% è composto da giovani sani. Poi ci sono le persone con problemi psichiatrici: con questo caldo intenso si estremizzano alcuni aspetti patologici, sono più suscettibili, arrabbiate, peggiora il quadro generale.

Ma le temperature eccezionali non sono sufficienti a determinare l’aumento dei malori. Perché spesso i pazienti ci mettono del proprio: “In molti ci capita di assistere anziani che bevono poco, escono nelle ore calde, non tengono sotto controllo la pressione – spiega Cremonesi -. Sicuramente gioca un ruolo il mancato rispetto dei suggerimenti medici: non tutti li ascoltano o perlomeno non li giudicano utili”. Per non parlare di chi in età avanzata sta “dieci ore in spiaggia, col caldo che c’è”. O degli sportivi temerari che non rinunciano alla corsetta, nemmeno sotto il sole cocente. E magari poi finiscono in ospedale.

Tuttavia, tra i giovani sani che si sentono male per il caldo non ci sono solo gli incoscienti: “In questi giorni si sono presentati anche alcuni lavoratori. Pensiamo a chi opera nei cantieri o asfalta le strade, è durissimo farlo in questi giorni”. Attività che non dovrebbero nemmeno essere eseguite in condizioni proibitive come quelle registrate in questi giorni. Com’è ormai noto, al di sopra dei 35 gradi di temperatura percepita le imprese possono chiedere all’Inps la cassa integrazione: già 400 domande sono pervenute a luglio alla sede di Genova.

Il rischio da ondata di calore ha anche una componente sociale. Chi non dispone di aria condizionata è più esposto, così come le persone che vivono in strada e quelle che abusano di sostanze. “Chi consuma molte bevande alcoliche, ad esempio, peggiora ulteriormente la situazione – ricorda Cremonesi – ma siamo nello standard. Purtroppo i ricoveri dei senzatetto sono un fenomeno più invernale”.

È vero, in ogni caso, che queste ondate di calore rappresentano un’anomalia anche dal punto di vista sanitario: “Sovente le temperature aumentano di una decina di gradi in pochi giorni – osserva Cremonesi -. In questo modo l’organismo non ha il tempo per adattarsi. Inoltre si verificano più picchi anomali durante l’estate. E non dimentichiamo l’importanza del tasso di umidità, che in Liguria non è secondario: se non si riesce ad avere la perspiratio, se non si suda cioè in modo naturale, peggiorano la percezione del caldo e lo stato di salute”. Ad oggi, però, rimane ineguagliato il 2003: “Quello fu un anno drammatico in tutta Europa, con un aumento importantissimo dei decessi nel mese di luglio. Per fortuna non siamo ancora a quei livelli”.

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