“Per me sarà una grande emozione, è un sogno che si avvera, un’opportunità incredibile essere lì al Ferraris. Tutt’ora ci penso tutti i giorni, spero di scendere in campo”.
Pierre Bruno, ruolo ala, genovese che da un anno è nel giro della nazionale di rugby, è stato ospite di una diretta su Genova24 e Ivg in vista della partita tra Italia e Sudafrica (il 19 novembre alle 14 allo stadio Luigi Ferraris, biglietti disponibili qui).
Il match è l’ultimo a chiudere il terzetto valido per l’Autumn Nations Series e rappresenta un test importante anche in vista della prossima Coppa del Mondo che si svolgerà in Francia nel 2023. L’Italia ha rialzato la testa dopo anni difficili: la vittoria di quest’anno a Cardiff, in Galles, dove prevalere è difficilissimo per tutti, ha il sapore di un volta pagina.
«Quel risultato ha aumentato il nostro affiatamento – confessa Bruno – io non ho potuto giocare ma solo assistere, ma è stato bellissimo».
La partita contro il Sudafrica non sarà qualcosa di estemporaneo: è probabile che l’anno prossimo possa tornare la Nuova Zelanda. Pierre Bruno sogna: «Il sogno di una vita per me fare meta contro gli All Black a Genova».
Arrivare alla Nazionale è sempre stato un sogno per il giocatore genovese: “Ho cercato sempre di dare del mio meglio, quando mi hanno chiamato ho provato un’emozione fortissima, ho pianto come un bambino durante l’inno all’esordio e quando mi sono svegliato la mattina avevo i battiti a cento”.
Bruno ha anche raccontato come ha iniziato con questo sport: “Io giocavo a calcio, poi ho avuto problemi al campo e per un periodo ho smesso di giocare, ma siccome non potevo più cambiare squadra dopo ottobre, sono passato al rugby perché nella mia scuola media, la Centurione a Sestri, ho conosciuto Paolo Ricchebono che promuoveva questo sport e alcuni compagni sono andati a provare e così anche io. All’inizio non facevo caso alle differenze, ma durante gli anni ho capito che sugli spalti i genitori e anche gli ambienti che si creavano tra noi erano più amichevoli, socievoli. C’è rispetto reciproco, è stata una bella scoperta”.
La famiglia lo ha sempre supportato: “La mamma non mi ha mai detto di no, mi ha spinto molto, è sempre stata la prima supporter”.
Una vita di sacrifici dentro e fuori dal campo per Pierre Bruno: a diciotto anni si è trasferito in Veneto per partecipare alla massima serie con il Mogliano Veneto: “Andare via di casa da giovane è una sfida, ma grazie al contesto in cui ti senti a tuo agio, agli allenamenti, alla scuola, ai compagni, diventa appunto una bella sfida personale; io sono veramente contento di averlo fatto, ho conosciuto altre persone, ho avuto modo di sperimentare un altro modo di vivere. A Brescia mi sono espresso molto meglio”.
Dopo due stagioni, ecco la chiamata del Calvisano, squadra bresciana con cui Bruno vince due scudetti e si aggiudica la classifica di miglior marcatore di mete al termine della stagione 2017-18: “Lì ero già più grande e mi sono espresso al meglio”. Nel 2019 passa alle Zebre, società in cui milita ancora oggi. La squadra è impegnata in un campionato particolare che si chiama United Rugby Championship, l’ex Pro 14, in cui si gioca contro squadre irlandesi, gallesi, scozzesi e sudafricane: “Si tratta di un campionato impegnativo, si fanno tanti viaggi, ha un livello molto alto e ogni weekend è una vera lotta. Noi facciamo questo campionato per metterci alla prova, confrontarci a livello internazionale”.
Nella diretta c’è stato spazio anche per ricordare Marco Bollesan e svelare finalmente com’è il famoso Terzo Tempo.