Attesa

Rugby: Genova sede fissa dei test match della Nazionale, pienone per la partita contro il Sudafrica

Il 19 novembre l'atteso appuntamento contro i campioni del mondo, in programma un omaggio a Marco Bollesan

Generico ottobre 2022

Genova. Lo stadio Luigi Ferraris torna a ospitare la Nazionale italiana di rugby il prossimo 19 novembre, nella sfida tra gli azzurri del Ct Kieran Crowley e i campioni del mondo in carica del Sudafrica, ma non sarà una toccata e fuga.

Lo ha annunciato Pier Luigi Bernabò, responsabile eventi della Federazione Italiana Rugby, alla conferenza stampa di presentazione della partita. “Vorremmo rendere Genova sede fissa dei test match contro le potenze dell’emisfero Sud” ha detto.

L’appuntamento che concluderà le Autumn Nations Series 2022 (prima a Padova contro Samoa il 5 novembre e a Firenze contro l’Australia il 12), rinnova e consolida il lungo legame tra Genova e l’italrugby, un rapporto che risale al primo test-match disputato nel capoluogo ligure nel 1935 e che, nei primi anni Duemila, ha visto a più riprese la Nazionale sfidare le grandi potenze dell’Emisfero Sud su prato del Ferraris.

Genova, come ha ricordato il presidente del comitato regionale, Enrico Mantovani, ha il rugby nel dna: “Abbiamo realizzato un sogno perché il Sudafrica è il top del top. A Genova non è arrivato per caso. Marco Bollesan ha messo nel mondo genovese il dna del rugby e la Liguria ha dentro di sé questo seme”. A conferma di tutto ciò la prevendita dei biglietti, che sta andando a gonfie vele: praticamente esauriti Distinti e Tribune, quasi piene anche le Gradinate. I biglietti sono disponibili online su sport.ticketone.it a partire da 10 euro.

E proprio in memoria di Marco Bollesan, storico giocatore di rugby, genovese d’adozione e recentemente scomparso, durante la partita contro il Sudafrica verrà lanciato il “trofeo guerriero” che una giuria assegnerà al giocatore azzurro che si sarà distinto in modo particolare. Un’iniziativa che non sarà estemporanea anche in questo caso.

conferenza rugby
la conferenza a Tursi

“A Bollesan − ha specificato l’assessore allo Sport del Comune di Genova Alessandra Bianchi − abbiamo co-intitolato lo stadio Carlini. Questo è un evento eccezionale, di livello sportivo elevato che Genova accoglierà nel migliore dei modi: ringrazio la Federazione per aver scelto di riportare il grande rugby nella nostra città. È il primo dei grandi eventi in vista della cavalcata verso il 2024, quando saremo capitale europea dello Sport”.

Il Carlini, tra l’altro ospiterà un match importante la sera prima di Italia-Sudafrica alle 19:30: una selezione dei Siluri (gruppo di giocatori liguri) e dell’under 20 della Nazionale italiana contro la storia del rugby, ossia la Cambridge University.

“Siamo entusiasti e non sono parole di circostanza − commenta Bernabò − abbiamo voluto questa partita qui a Genova e ringraziamo il Comune, ma anche i presidenti di Genoa e Sampdoria per le porte aperte allo stadio. Genova è bellissima, abbiamo lavorato con persone dirette e pragmatiche, con piacere”.

Bernabò, tra l’altro, ha giocato qualche partita in Nazionale con Bollesan e racconta un aneddoto speciale: “Ho ritrovato un foglietto che ora conservo gelosamente in cui Bollesan scriveva ‘Si certifica che la matricola Bernabò è in regola con il consiglio degli anziani‘. Lui è stato davvero un grande. Ci dava leggerezza, ma sapeva caricarci. Ci ha lasciato in un momento difficile”.

A cantare l’inno nazionale ci sarà Matteo Peirone, cantante lirico savonese, basso-baritono brillante specializzato nei ruoli “buffi” e “di carattere” che per molti anni ha praticato il rugby: “Ho giocato a Cogoleto, a Sestri Levante e a Savona, dove ho fondato il cus Savona Rugby. C’è stato un periodo in cui le due passioni si sono conciliate: ho iniziato a cantare professionalmente attorno ai 30 anni, continuando a giocare per altri due, mantenendo entrambe le cose in maniera un po’ azzardata”. Peirone sottolinea che la cosa più importante che gli ha insegnato il campo è il modo di affrontare quello che nello sport è il campo, l’avversario che va guardato in faccia con la coscienza dei propri pregi e limiti o il palcoscenico della Scala o del Regio di Parma che sono palchi che scottano come certi campi di gioco. “La concezione che i tuoi avversari non sono nemici e il fairplay mi hanno aiutato ad affrontare i momenti importanti della mia carriera artistica − racconta − sono abituato a cantare davanti alle persone, l’ho fatto in tutto il mondo, ma un inno nazionale allo stadio è la prima volta e l’orgoglio è il sentimento più grande che ho e che vivrò in quel momento”.

matteo peirone
Matteo Peirone

Tra le nuove leve della Nazionale c’è anche Pierre Bruno, ala genovese in forza alla franchigia federale delle Zebre Parma, 4 presenze in Nazionale dopo il debutto contro l’Uruguay dell’autunno scorso, ha partecipato a sua volta alla conferenza a Tursi dopo essere stato convocato dal Ct Crowley per le Autumn Nations Series. “A livello personale – ha dichiarato – l’obiettivo è quello di meritare la selezione nel XV titolare per la partita contro il Sudafrica: sarebbe un sogno poter scendere in campo davanti alla mia famiglia, ai miei amici, a chi mi ha fatto conosce il rugby nello stadio della mia città, affrontando i Campioni del Mondo. Sarà mio compito convincere il Ct e tutto lo staff a darmi fiducia, ma prima dobbiamo concentrarci sulla gara con Samoa e su quella con l’Australia per continuare nel percorso di crescita che abbiamo intrapreso, come Nazionale, nell’ultimo anno”.

“Genova ha sempre risposto in maniera eccellente − conferma Andrea Moretti, allenatore della mischia della Nazionale − conosciamo le difficoltà della partita, ma nel rugby è importante saperle affrontare, emozionare i tifosi e portare uno spettacolo che rimanga nella memoria. L’anno scorso abbiamo iniziato un percorso di rinnovamento con 18 esordi, c’è tanta voglia di essere competitivi e conquistare la credibilità sul campo. Questo gruppo ha tante ambizioni ma deve passare dall’esperienza che deve fare sul campo”.

Simona Ferro, assessore regionale allo Sport, si è spesa molto per le questioni tecniche legate al manto erboso in modo da garantire la regolarità della partita: “Sarà una grande festa del rugby, sport che ne ha tutti i diritti, una disciplina che va presa ad esempio oltre il gesto atletico: il grande fair play è fondamentale, in campo si combatte strenuamente, ma non si è nemici, bensì avversari. E poi, magari, compagni di bevuta nel terzo tempo”.

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