Storia

Funivia per forte Begato, Piciocchi: “Progetto già nel Puc del 2015, non servirà una variante”

L’idea di un impianto che completi le linee di trasporto pubblico oltre Granarolo era nel piano approvato dalla giunta Doria ma nei documenti non si parla di funivie o cabinovie. L’idea accarezzò anche l’amministrazione Vincenzi

Funivia Begato Rendering Doppelmayr

Genova. Chi ha memoria ricorda che tra i primi a ipotizzare un qualche collegamento – stile Barcellona – tra i quartieri a valle e il parco dei forti era stato l’architetto Renzo Piano quando, nel 2007, era diventato consulente per il piano regolatore della città della sindaca Marta Vincenzi. Le sue erano state suggestioni, più che altro, alimentate da ciò che stava accadendo a livello urbanistico in tante altre città del mondo.

C’è poi l’’ipotesi di un completamento della rete di trasporto pubblico Amt esistente contemplata anche nel Puc, il piano urbanistico comunale, approvato nel 2015 dal consiglio retto dall’allora sindaco Marco Doria.

Non si parlava specificamente di un percorso o di una tipologia di impianto (tantomeno di un impianto a fune) tra Principe e il Lagaccio e tra il Lagaccio e i forti ma la suggestione era presente. Nelle linee generali, però, era citato un indefinito progetto di “prosecuzione dell’impianto di Granarolo (la cremagliera storica) verso il percorso dei forti in località Begato”.

A ricordare che “un impianto a fune verso i forti era già nel Puc 2015” è stato oggi il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici del Comune, Pietro Piciocchi, a margine di una conferenza stampa dove era presente anche Cristina Bartolini, la sovrintendente per i beni archeologici, belle arti e paesaggio. “Non era indicato un percorso, nel dettaglio, ma per la realizzazione della funivia non sarà necessaria una modifica al Puc”, ha ribadito Piciocchi.

Saranno necessari però altri importanti passaggi, tra cui la dichiarazione di interesse pubblico dell’opera (necessaria in caso di espropri, e dovrà passare attraverso un voto del consiglio comunale, per quanto scontato) e poi dovrà superare l’iter autorizzativo sulla funivia da parte della sovrintendenza. Iter che, ad oggi, non è ancora partito.

La funivia, progettata dall’architetto Cillara Rossi per il consorzio di imprese Doppelmayr Collini (che si è aggiudicata l’opera) costerà circa 38 milioni di euro, parte dei 70 milioni di fondi Pnnr già disponibili e accreditati dal ministero della Cultura per la riqualificazione del sistema dei forti.

L’iter autorizzativo da parte della sovrintendenza e tutte le procedure necessarie, tra cui la via, inizieranno dopo che sarà approvato il progetto definitivo per l’opera. La scorsa settimana a Tursi si è svolta una commissione consiliare in cui si sono fronteggiati, per la prima volta in una sede istituzionale, i comitati del no e l’amministrazione comunale.

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