Genova. Italia Nostra ha presentato in questi giorni una diffida all’ente Ospedali Galliera dal procedere all’aggiudicazione della gara pubblica per la progettazione esecutiva e realizzazione del nuovo ospedale, in pendenza di due contenziosi amministrativi. A darne notizia è la stessa associazione in un comunicato stampa.
La diffida, si legge, “vuole prevenire possibili danni erariali ove l’esito, anche di uno solo dei due contenziosi, fosse, come appare altamente probabile vista l’ultima sentenza del Consiglio di Stato n. 6897/2022 del 04 agosto 2022, sfavorevole all’ente stesso.
“Si tratta della procedura sostanzialmente identica alle precedenti, già oggetto dell’annullamento definitivo da parte del giudice amministrativo e gravata da ben due ricorsi tuttora sub iudice, a conclusione della quale è stata indetta una nuova gara pubblica per la progettazione esecutiva e realizzazione del nuovo ospedale – prosegue Italia Nostra -. Alla gara risulterebbe aver partecipato un solo concorrente, al quale, fino ad ora, non risulterebbero essere stati aggiudicati i lavori e, tenuto conto che nel bando di gara è inserita una clausola che consente alla stazione appaltante l’insindacabile facoltà di non aggiudicare per sopravvenuti impedimenti e nell’interesse pubblico, Italia Nostra ritiene che non si debba procedere finché non siano conclusi tutti i contenziosi ancora pendenti davanti al Tar”.
L’unica offerta era pervenuta dal gruppo pugliese Unimed. In questo modo l’amministrazione del Galliera può andare avanti con l’iter senza dover rifare la gara (la prima era andata deserta nel 2021). I lavori potranno costare al massimo 186 milioni grazie anche al contributo extra di 32 milioni stanziati dalla Regione.
In agosto il Consiglio di Stato aveva riunito e respinto tre ricorsi in appello presentati da Ente Galliera, Regione Liguria e Comune di Genova sul progetto del nuovo ospedale Galliera. I giudici amministrativi avevano confermato la validità della sentenza del Tar della Liguria con cui nell’agosto del 2021 veniva dato uno stop all’iniziativa con l’annullamento di parte degli atti urbanistici approvati dal 2009.
La controversia si inserisce nel novero dei numerosi contenziosi sorti sui provvedimenti con i quali sono stati approvati gli atti di assenso del progetto di ristrutturazione del luogo di cura, ristrutturando e riconvertendo tre dei padiglioni che costituiscono parte dell’originario plesso ospedaliero.