Genova. Quarto giorno di protesta a Genova contro l’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro. Protesta che si traduce quasi esclusivamente sul fronte del porto dove dalle prime ore di questa mattina, però, sono stati liberati alcuni dei varchi di accesso per far defluire il traffico dei mezzi pesanti ed evitare il blocco della circolazione in città.

La decisione è frutto di un serrato dialogo tra la polizia e lo zoccolo duro della protesta. Una soluzione di compromesso che consente ai manifestanti di tenere vivo il presidio principale a varco Etiopia, a Sampierdarena, dove al momento ci sono alcune decine di persone, auto parcheggiate e una sorta di accampamento con viveri e giacigli.

Ma di fatto, attraverso gli altri varchi (Albertazzi, San Benigno, Messina) e la viabilità interna al porto di nuovo liberata, i tir merci, i mezzi che trasportano passeggeri e quelli di servizio, come i camion di Amiu, vengono fatti passare. Al momento non sono segnalati troppi problemi per la viabilità della zona. Sul posto presenti comunque diverse pattuglie della polizia locale, oltre ovviamente a polizia di Stato e carabinieri.

Ai presidi ai varchi non solo lavoratori del porto di Genova, anzi. Sono molti i lavoratori di altre categorie e i manifestanti arrivati da altre città (qualcuno anche dall’estero). Presenti gruppi di anarchici e alcuni esponenti nel comitato Libera Piazza – no green pass.

Il porto è operativo anche sulle banchine, al netto di qualche rallentamento. Prosegue, ma senza sostanziali blocchi, anche la protesta al terminal Psa di Pra’ con un presidio dei lavoratori.

Per quanto riguarda gli altri effetti del green pass obbligatorio per lavorare, oggi a Genova Amt prevede un possibile taglio del 5% alle corse dei mezzi extraurbani a causa non delle proteste ma dei conducenti degli autobus che non hanno presentato il green pass e non potranno quindi lavorare. Servizio Amt regolare invece a Genova in città.

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