Genova. “Arrivati a questo punto non ci fermiamo, non si può tornare indietro“. Questa l’estrema sintesi che arriva dai manifestanti no green pass che ancora questa mattina presidiano i varchi portuali di Genova, proseguendo in questo modo le agitazioni e la vertenza contro la certificazione sanitaria resa obbligatoria per accedere ai luoghi di lavoro dal governo Draghi.

I presidi andranno avanti tutto il giorno – queste sono le intenzioni – per proseguire anche nella giornata di domani e, senza soluzione di continuità, almeno fino a mercoledì 20, come era stato programmato e annunciato nella giornata di venerdì 15, quando in occasione dell’entrata in vigore dell’obbligatorietà del lasciapassare sanitario per tutti i lavoratori, migliaia di cittadini hanno manifestato contro il provvedimento governativo a Genova come in molte altre città del paese.

I blocchi sono quelli che abbiamo visto e documentato già in questi giorni, vale a dire presso il varco Etiopia di Lungomare Canepa, il principale del porto di Sampierdarena, e presso quello passeggeri del terminal traghetti di via Albertazzi. In questo ultimo caso, però, il presidio lascia passare le persone che devono imbarcarsi (come chi è appena sbarcato) e i carichi deperibili di alimentari e medicinali.

E’ quindi il traffico commerciale ad essere di fatto fermo oramai da due giorni. Per questo motivo c’è attesa per le prossime ore, quando saranno decise le strategia della protesta per lunedì mattina, quando riprenderanno i consueti flussi operativi del porto dei giorni feriali.

Nel frattempo diverse decine di persone stanno arrivando da diversi parti del paese in supporto dei manifestanti genovesi: dopo la notte il flusso di solidali è iniziato a riprendere, con l’arrivo di numerose persone che hanno risposto alla chiamata fatta attraverso i canali ufficiali della protesta, portando anche acqua, viveri e generi di prima necessità per affrontare le prossime ore di presidio.

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