Alle 15

I ristoratori ai genovesi: “Appendete una tovaglia al balcone”. In piazza oggi anche le associazioni degli esercenti

I ristoratori uniti in piazza per il terzo lunedì di fila

Genova. Appuntamento alle 15 davanti alla Prefettura per consegnare le chiavi dei locali simbolicamente al prefetto. I ristoratori uniti danno appuntamento ai colleghi alle 15 di oggi e chiedono a chi vorrà sostenerli ma non può essere in piazza con loro e ai genovesi solidali di appendere al balcone una tovaglia: “Siamo tutti alla stessa tavola” dicono in un appello alla solidarietà.

E questo pomeriggio in piazza ci sarà anche la Fipe Confcommercio, come ci saranno la Fiepet di Confesercenti e l’associazione italiana Cuochi. Lo conferma il presidente di Fipe Alessandro Cavo che giudica “inqualificabile” la decisione di comunicare ai ristoratori all’ultimo momento il passaggio in zona arancione da domenica facendo saltare le prenotazioni di San Valentino.

La manifestazione è promossa dal gruppo #ristoratoriunitiliguria che si è autorganizzato e ha già messo in scena tre diverse proteste. Da oggi tuttavia anche le associazioni pubblici esercizi saranno al loro fianco perché lo stop alla ristorazione nel giorno di San Valentino è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

“Fra l’altro – dice il presidente della Fipe – è la festa più sicura dell’anno visto che al ristorante sarebbero andate solo coppie e non certo le tavolate”. Per Cavo: “E’ allucinante che io venerdì sera abbia dovuto chiamare la Prefettura perché i nostri associati ancora non sapevano se sarebbero stati aperti o chiusi e hanno preso prenotazioni o acquistato cibo che in molti casi è andato buttato”.

Le richieste della Fipe sono le stesse dei ristoratori autorganizzati: “Chiediamo ristori immediati calcolati su una base annuale, chiediamo che siano adottati protocolli sanitari che consentano ai ristoranti di aprire a pranzo in zona arancione e fino alle 22 in zona gialla. Su questo tema ci eravamo confrontati con il Cts che aveva distinto ristoranti con tavoli e senza tavoli e aveva dato il via libera chiarendo ovviamente che doveva essere il governo a decretare la nuova norma”. I ristoratori chiedono inoltre “un abbattimento dei tributi locali” e “un tempo congruo in caso di chiusure che non possono essere stabilite in questo modo da un giorno all’altro”.

Rispetto alle manifestazioni come quella di ieri in cui alcuni ristoratori hanno deciso di tenere aperto nonostante il divieto la Fipe vuole mantenersi, come ha fatto finora nel terreno della piena legalità: “Le manifestazioni le abbiamo sempre fatte, ma per noi devono essere legittime e autorizzate, andare contro la legge secondo noi è solo controproducente” chiarisce Cavo che fra l’altro è proprietario del ristorante di vico Falamonica dove ieri lo che Ivano Ricchebono ha deciso di tenere aperto The Cook: “La decisione non è stata concordata – spiega Cavo – e io non sono d’accordo con quella scelta e credo che prenderò provvedimenti con una diffida formale a ripetere una scelta di questo tipo, ma si tratta di una questione che riguarda un rapporto tra imprenditori che non ha nulla a che vedere con la Fipe”.

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