Camogli. Una corsa contro il tempo per recuperare più corpi possibile ed evitare che animali e agenti atmosferici infieriscano ulteriormente sulle salme trascinate in mare dal crollo di parte del cimitero di Camogli, avvenuto nel pomeriggio di lunedì scorso.
Sono venti i feretri, alcuni danneggiati altri integri, insieme a quattro ossari, recuperati fino a questo momento tra le macerie e lo specchio acqueo antistante alla falesia crollata. A questi si aggiungono altri due corpi ritrovati nella giornata di ieri a Vesima e a Quarto. Per il momento solo cinque di loro sono stati identificati. La spola tra il luogo della tragedia e il porto di Camogli è incessante per le imbarcazioni dei vigili del fuoco, della guardia costiera e delle idroambulanze, che senza sosta stanno cercando di recuperare tutti i resti umani a cui si può arrivare rimanendo in sicurezza.
Sicurezza che al momento non è garantita per l’area immediatamente sottostante il costone di roccia interessato dal crollo e ad oggi considerato ancora instabile: da questa mattina sono iniziate le operazioni di demolizione delle parti del cimitero ancora pericolanti, da cui si stanno mettendo in sicurezza le bare prima di procedere con eventuali nuovi abbattimenti. Per fare ciò è operativa una autogrù posizionata sulla strada provinciale tra Recco e Camogli, che quindi rimane chiusa h24 fino al prossimo 12 marzo almeno. Dopo questa prima fase di emergenza si procederà con un nuovo recupero a mare di quanto possibile, grazie all’intervento dei militari del Consubin, gli incursori della Marina che da domani inizieranno a predisporre le attrezzature per iniziare da domenica il setaccio di tutto il fondale della zona. Operativi i sensori di movimento, che monitorano in tempo reale ogni eventuale nuovo smottamento.
“Stiamo cercando dei feretri, ma è come se cercassimo delle persone ancora vive – ha sottolineato l’assessore regionale alla Protezione Civile Giacomo Giampedrone a margine del tavolo tecnico riunitosi questo pomeriggio – è una vera emergenza nazionale e da domenica sarà attivo il Coc del Comune di Camogli che sarà operativo fino al termine delle operazioni”. Operazioni che, dopo l’intervento degli incursori della marina, continuerà con la rimozione delle macerie cadute in mare, dove si pensa possano essere la maggior parte dei duecento corpi trascinati dal collasso della falesia. “Le tipologie di intervento si intrecceranno – ha sottolineato Giampedrone – e per ogni movimentazione dei detriti seguirà uno scandaglio marino in cerca di resti umani”.
Domenica è anche prevista una benedizione del vescovo Tasca, che farà un sopralluogo sul teatro della tragedia, in forma ristretta. Nei prossimi giorni il punto di raccolta delle salme recuperate sarà spostato sul molo del porto di Recco, più ampio e logisticamente più attrezzato. “Ringraziamo il Comune di Recco per la disponibilità – ho sottolineato il sindaco di Camogli Olivari aggiungendo che, visto che probabilmente non tutti i corpi saranno o recuperati o riconosciuti – dedicheremo un cippo o una lapide a tutte le persone coinvolte, per non dimenticare”. Nel frattempo il cimitero rimane sotto sequestro: “Abbiamo fornito tutte le carte che ci sono state richieste dalle forze dell’ordine – ha concluso olivari – e siamo ovviamente a disposizione della magistratura”.
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