Camogli. Non sono ancora iniziate le operazioni di recupero su larga scala dei feretri finiti in mare dopo il crollo di una parte del cimitero di Camogli avvenuto ieri pomeriggio in seguito al cedimento della falesia rocciosa. Falesia che dai vigili del fuoco che operano sul posto viene considerata ancora instabile, troppo per poter intervenire direttamente.
Intanto la procura di Genova ha aperto un fascicolo per frana colposa. Il fascicolo, in mano al procuratore aggiunto Paolo D’Ovidio e il sostituto Fabrizio Givri, è a carico di ignoti. Nel mirino degli investigatori anche i lavori che erano stati fatti da poco.
Nel frattempo si recuperano alcune bare che la corrente ha trasportato dentro e fuori le panne posizionate dalla guardia costiera. Delle dieci bare al momento recuperate (200 circa quelle cadute in mare) solo cinque salme sono state identificate. Lo scenario che appare questa mattina al di sotto del cimitero è impressionante: alcune bare galleggiano intere trasportate dalla corrente, prive dei corpi che contenevano, altre sono andate totalmente e non ne rimane che qualche pezzo di legno, spesso accatastato ai piedi della scogliera.
In mattinata i sopralluoghi di protezione civile per quantificare i danni e monitorare il fronte della frana, nel frattempo rimane chiusa in parte la provinciale tra Recco e Camogli, dove di circola a senso unico alternato. Sul posto nel pomeriggio anche l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone per fare il punto insieme al sindaco Francesco Olivari e ai tecnici del Comune.
Sono in corso gli accertamenti per la stabilità della falesia: in zona, oltre alla strada che collega Camogli con Recco, ci sono una decina di abitazioni che potrebbero essere sgomberate, ma solo tre sono abitate quotidianamente, qualora i risultati evidenziassero pericoli.
Sotto al comune oggi si sono radunate circa 20 persone che aspettano notizie sulle spoglie dei propri cari scivolate in mare con il crollo. I dipendenti comunali stanno incrociando le concessioni dei loculi con i numeri di riferimento per dare una risposta ai familiari.
“Insieme ad Asl faremo il possibile per riconoscere le salme anche il test del dna – dice il sindaco Olivari – stiamo valutando di attivare anche un supporto psicologico per quelle persone che comprensibilmente hanno subito uno choc da quanto avvenuto”. Sono in corso i recuperi dei feretri che vengono portati nel cimitero cittadino da ieri completamene chiuso.
La Regione Liguria, che ha fatto effettuare i sopralluoghi e rilievi aerei e che coinvolgerà anche la fondaziona Cima, ha parlato di 60 mila metri cubi di materiale franato. Tra quel materiale, si legge in una nota, si troverebbero le bare che non sono ancora state recuperate in mare.
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