Corsa contro il tempo

Cimitero di Camogli, sono 320 i corpi dispersi. Ma ora si temono le mareggiate in arrivo fotogallery

Il meteo potrebbe cambiar completamente i piani delle operazioni di recupero: la prossima settimana sono previste possibili mareggiate

Camogli, dopo il crollo del cimitero le bare galleggiano in mare

Genova. Sale a 320 il numero dei feretri dispersi in mare o sotto le macerie del crollo del cimitero di Camogli, avvenuto lo scorso lunedì a seguito del collasso della falesia sottostante. A confermalo il sindaco di Fracesco Olivari, al termine del lavoro di censimento svolto dagli uffici comunali incrociando i registri delle tumulazioni e le pratiche di decesso degli ultimi decenni.

Per ogni loculo dei colombari crollati, infatti, spesso erano tumulate più salme della stessa famiglia, cosa che ha fatto crescere, quasi raddoppiare, il numero dei corpi andati perduti. Nel frattempo continua l’intervento degli incursori del Comsubin della Marina Militare, che nelle scorse ore hanno recuperato i resti umani di altri 5 feretri, oltre a 4 ossari, portando a 26 il numero totale dei ritrovamenti. L’area già perlustrata dai militari è circa due terzi di quella assegnata, cosa che aumenta, quindi, la possibilità che il “grosso” dei resti dispersi sia ancora sotto le macerie.

Ed è lotta contro il tempo, visto che già dal fine settimana la bolla di tempo sereno e mare calmo di questi giorni potrebbe esaurirsi: le prime piogge sono possibili a partire da venerdì, mentre dalla prossima settimana anche il mare cambierà totalmente aspetto, con possibili mareggiate su tutta la costa.

“Entro venerdì la parte a monte sarà messa in sicurezza e si procederà con il recupero massivo lavorando sul cono della frana – ha specificato Olivari – e potranno partire le operazioni con il pontone a mare che rimuoverà i detriti della frana“. E’ la fase due, che prevede movimentazioni di terra parziali, intervallate da nuove ricerche, sia in superficie che in acqua, dei corpi e resti umani. In caso di maltempo, però, i piani potrebbero saltare, richiedendo un approccio diverso: o più velocità nelle operazioni, oppure una sospensione in attesa di nuove condizioni favorevoli.

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