Disastro

Cimitero di Camogli, sequestrati documenti su cantieri e segnalazioni. Posizionati i sensori sulla falesia fotogallery

Al momento non ci sono indagati. Sabato l'intervento dell'esercito per il recupero dei feretri

Genova. I carabinieri di Genova stanno acquisendo una serie documenti presso il Comune di Camogli nell’ambito dell’inchiesta nata dal crollo in mare e dal collasso del cimitero a seguito della frana della falesia su cui è costruito.

Particolare attenzione è stata fatta a tutta la documentazione relativa ai cantieri in corso e, soprattutto, alle diverse segnalazioni fatte da numerosi cittadini in questi anni, fino a pochi giorni dal crollo di lunedì scorso, quando in pochi secondi il cedimento della parete di roccia ha scaraventato in mare oltre duecento feretri. Al momento il fascicolo in procura rimane a carico di ignoti e non ci sarebbero indagati.

Nel frattempo i Vigili del Fuoco di Genova, insieme al personale tecnico dell’Università di Firenze, ha posizionato una serie di sensori capaci di monitorare ogni minimo movimento della parete rocciosa, su cui lo smottamento è di fatto ancora non assestato e quindi considerato attivo. Per quanto riguarda la struttura cimiteriale, rimangono ancora delle parti pericolanti e “in bilico”, sulle quali però non si è ancora potuto intervenire a causa delle pericolosità del sito. Nel frattempo sono stati recuperati altri due feretri, mentre i resti umani recuperati sono ancora in fase di riconoscimento in una struttura predisposta presso il porto di Camogli. Sabato è atteso il primo intervento dei reparti speciali dell’esercito per il recupero dei feretri.

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