Genova. Lavoro e unità, Di Carlo incassa la fiducia di Tosi e cerca di mettere un argine al fiume in piena che dopo l’ennesima sconfitta, rischia di travolgere la Sampdoria già provata dalla frattura tra tifosi e dirigenza e dall’aggressione ai danni dei giornalisti.
“Sono convinto che da questo momento ne usciremo più forti”. Il morale, inutile dirlo, è sotto i tacchetti, ma non tutto è da buttare, non il secondo tempo contro l’Udinese, ad esempio: “Il primo quarto d’ora è stato di studio e l’Udinese mi sembrava che la tenessimo a bada – comincia in conferenza stampa -. Come però capita spesso ultimamente, al primo tiro in porta prendiamo gol. Il rammarico è che non c’è stata reazione alla rete subita. Nel secondo tempo abbiamo invece giocato con più grinta e determinazione, giocando e aggredendo di più: da lì dobbiamo ripartire, integrando con la giusta convinzione”. Quanto alle critiche: “Delle critiche preferisco parlare poco e trovare la soluzione sul campo, perché sappiamo benissimo il valore della Sampdoria, che in questo momento non rispecchia l’attuale posizione di classifica. I valori della squadra verranno comunque fuori, non appena cresceranno la condizione e gli inserimenti delle nuove punte”. L’ultimo appello, neanche a dirlo è per i tifosi: “Siamo i primi ad essere dispiaciuti di questa situazione e sappiamo che è un momento difficile, ma l’unico modo per superarlo e finire il campionato in crescendo è trovare un’unità di intenti – conclude il mister blucerchiato – come mi auguro accadrà domenica, remando tutti insieme dalla stessa parte per cercare di battere il Bologna. Anzi sono certo che sarà così perché i nostri tifosi anche ci hanno sempre sostenuto al 95′”.
A giudicare dai commenti sparsi in rete i tifosi sono delusi e amareggiati. Continuano a sostenere la squadra ma non la dirigenza e sono in tanti a chiedere la testa dell’allenatore. Fino alla soluzione estrema? “Manca l’appoggio della società e ciò si ripercuote soprattutto sul morale dei giocatori. Forse retrocedere in B,cambiare proprieta’ e risorgere come nel 2003 potrebbe non essere una soluzione cosi drammatica, piuttosto che continuare ad arrancare così, certo restare in A sarebbe meglio….forse a mali estremi….” scrive Michele.