Genova. “Un rischio radiologico irrilevante”. Così afferma il responsabile del servizio ambiente e sicurezza dell’autorità portuale Giuseppe Canepa in riguardo al container radioattivo stoccato nell’area del sesto modulo del Vte, a Genova Voltri.
Il cobalto 60, che si trova all’interno del container parzialmente schermato da fili di rame, proviene dall’Arabia Saudita ed è probabilmente un residuo, non ancora esausto, di lastre radioattive usate in siderurgia.
Dagli esami eseguiti, secondo quanto riferito alla Commissione provinciale, nessun lavoratore ha subito esposizioni superiori a 1 millisivert/anno, a fronte di una soglia di 20 millisivert.
All’esterno del contenitore non c’è contaminazione. Quanto ai tempi di conclusione della bonifica, il cui costo sará a carico della società che ha spedito il container e che non poteva essere rimandato al mittente senza prima bonificarlo, é stato precisato che saranno più brevi dei quattro cinque mesi previsti inizialmente.
Canepa ha inoltre ricordato che, giá oggi, tutti i container ferrosi sono controllati, e che l’autoritá portuale pensa di estendere il monitoraggio a tutti i container, non solo come giá deciso a quelli diretti verso i porti USA. Sulla vicenda la procura ha aperto un’indagine contro ignoti.