Genova. “Ho presentato, a settembre, un manifesto sull’immigrazione che diceva cose che oggi, per fortuna, sono sostenute dal Ministro dell’Interno Minniti che ha messo in atto un vero e proprio cambio di paradigma politico su sicurezza e immigrazione. Ora si tratta di dire, in modo più chiaro, cosa farò sul tema immigrazione a Genova se sarò eletto Sindaco”. A dirlo è Simone Regazzoni.
“I numeri sono sotto gli occhi di tutti. A Genova le quote sono state sforate. Siamo a 2000 profughi, di cui 500 nel Centro storico, e se ne prevede l’arrivo di altri 400. Molto al di sopra della quota prevista. Le strutture sono sature. È mancata una gestione politica del flusso dei profughi da parte della Giunta Doria. La responsabilità però non è solo del Sindaco: il silenzio del Segretario del PD, principale azionista di Doria, ha contribuito a quello che è, a tutti gli effetti, un disastro politico”.
“Serve oggi, sulla linea tracciata dal Ministro Minniti, una chiara presa di posizione su un problema che sta a cuore a tutti i cittadini. Un reale processo di accoglienza e integrazione che coniughi sicurezza e solidarietà ha come presupposto il rispetto delle quote. Se sarò eletto presenterò immediatamente un piano immigrazione per Genova articolato in tre punti. Rispetto ferreo delle quote in città e quindi allontanamento dei profughi in sovrannumero rispetto alle quote fissate dal Ministero. Questo significa che Genova deve dire immediatamente stop all’arrivo di altri profughi. Impiego obbligatorio dei profughi accolti in lavori socialmente utili (se possibile) o in attività di volontariato. Identificazione ed espulsione degli immigrati irregolari presenti in particolare nel Centro storico. In quest’ottica sono favorevole a discutere la proposta del Ministro Minniti in merito all’apertura di un CIE in Liguria”.