Niente tagliola

Gronda, via libera alla “norma sblocca-lavori”: scongiurato il rischio di ripartire da zero

I progetti potranno essere approfonditi senza fare scadere le autorizzazioni. Bruzzone e Pucciarelli: "Opera salva grazie a Salvini"

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Genova. Via libera ufficiale alla norma sblocca-lavori, voluta dal ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini e approvata dall’ultimo Consiglio dei ministri. È stata scongiurata la tagliola che dal marzo 2023 avrebbe fatto decadere progetti come quello della Gronda di Genova, ancora sottoposta ad approfondimenti tecnici, provocando la lievitazione dei tempi.

Ad avvisare del potenziale rischio era stato il viceministro Edoardo Rixi durante l’ultima visita a Genova: “O partiamo quest’anno o all’inizio dell’anno prossimo oppure il rischio vero è che scadano le autorizzazioni e le Via. Probabilmente l’apatia di qualcuno in questi anni era per cercare di far scadere le autorizzazioni all’opera”, aveva spiegato annunciando “un intervento legislativo“.

Ora, invece, i progetti potranno essere approfonditi senza il rischio di ricominciare da zero. Oltre alla Gronda, i progetti interessati dal provvedimento voluto dal Mit sono la A1 – riqualifica Barberino-Calenzano, A11 – Firenze-Pistoia (lotti 1 e 2), A14 – Bologna-Dir. Ravenna, A1 – Incisa-Valdarno (Lotto 1 e 2), A1 – Milano Sud-Lodi, A14- Passante di Bologna, A13- Bologna-Ferrara, A13 Monselice-Padova, A1- Tangenziale di Modena, A14 opere compensative di Pesaro (altre bretelle), A1- Prevam Toscana (A2, A1+A3).

“Grazie all’impegno del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, sono state sbloccate celermente opere importanti ferme da tempo – commentano i parlamentari liguri della Lega Francesco Bruzzone e Stefania Pucciarelli -. La Gronda di Genova, per merito di un intervento immediato, è salva”.

Per l’avvio del cantiere manca la firma sul progetto esecutivo, atto che non è arrivato dal governo Draghi perché si è reso necessario un aggiornamento del progetto secondo le normative attuali. Sembra comunque scontato che i costi dell’opera, finora fissati a 4,2 miliardi, siano destinati a lievitare per la crisi energetica e quella delle materie prime. Anche questo è un tema che toccherà a Salvini e al suo vice Rixi definire nelle prossime settimane.

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