Genova. Dalla funivia alla nuova diga foranea, dallo skymetro al possibile termovalorizzatore a Scarpino, dall’estensione del porto di Pra’ al dislocamento dei depositi chimici a ponte Somalia alla permanenza degli stessi depositi a Multedo, dalle condizioni della sanità pubblica a quelle delle scuole e asili, alle ricadute di opere come il terzo valico o la gronda sui quartieri di periferia. Sono soltanto alcuni dei tantissimi fronti di protesta aperti a Genova da associazioni e comitati.
Decine, centinaia di persone, che l’11 maggio – dalle 14 con concentramento in via Fanti d’Italia – scenderanno in piazza nel capoluogo ligure insieme ad associazioni e comitati di tutte le quattro province della Liguria per dire “Basta ai progetti calati dall’alto”.
In tutto sono già 187 le realtà che hanno aderito e sicuramente non mancheranno, in arrivo da ponente, coloro che dicono no al rigassificatore al largo di Vado Ligure e, da levante, gli operatori turistici delle Cinque Terre, contrari ai rincari delle tariffe.
L’appuntamento, a poco meno di un mese dalle elezioni europee, non può non avere un carattere spiccatamente politico tanto che dal centrodestra c’è chi ha parlato di manifestazione propagandistica. D’altronde tutti i progetti e le strategie contro i quali scenderanno in piazza i comitati sono voluti e promossi da amministrazioni di centredestra.
“Vogliamo condivisione e partecipazione nelle scelte che condizionano la nostra vita – si legge nel manifesto -. Vogliamo che la salute, l’ambiente e il territorio vengano tutelati. Vogliamo più istruzione, sanità, servizi pubblici e non servitù”.
“Si tratta di una grande mobilitazione regionale che vede al momento l’adesione di oltre 187 comitati e associazioni provenienti dalle quattro province liguri, tutti uniti per protestare contro la sistematica esclusione delle realtà locali, associative e amministrative, operata dal governo regionale nei processi decisionali e attuativi per la realizzazione di opere e progetti di rilevante impatto sulla collettività”, spiegano gli organizzatori.
Si tratta comunque dell’ultima di una lunga serie di manifestazioni. L’ultima, massiccia, era stata il 6 aprile quando a Genova la rete dei comitati si era stretta attorno ai cittadini del Lagaccio per dire no alla funivia tra Principe e Forte Begato.
Ma il numero di persone che si prospetta in arrivo a Genova, l’11 maggio, potrebbe ricordare più la grande manifestazione del ponente che lo scorso anno portò in piazza oltre 5000 persone per dire no alle nuove servitù.