Silenzio

Corruzione in Liguria, Signorini in carcere non risponde alle domande della giudice: “Forse in un secondo momento”

L'interrogatorio a Marassi è durato circa mezz'ora, l'ex presidente del porto si è avvalso della facoltà di non rispondere. L'avvocato Scopesi: "Relativamente tranquillo, priorità è chiarire la misura di carcerazione"

Generico maggio 2024

Genova. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato di Iren ed ex presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova, da martedì in carcere a Marassi con l’accusa di corruzione nell’ambito della maxi inchiesta che ha portato – tra gli altri – all’arresto del presidente ligure Giovanni Toti, ora ai domiciliari.

L’interrogatorio di garanzia, condotto dalla gip Paola Faggioni nella casa circondariale genovese, è durato circa mezz’ora. Con lui l’avvocato Enrico Scopesi: “Sono diecimila pagine di atti, non è propriamente il contesto in cui si riesca a lavorare per cominciare a focalizzare le questioni – ha detto Scopesi, raggiunto telefonicamente poco dopo l’uscita dal carcere – confido che si possa quanto prima affrontare più seriamente e risolvere il problema della misura cautelare in essere. La priorità è chiarire la misura carceraria”.

Scopesi ha quindi confermato che Signorini non ha rilasciato alcuna dichiarazione, confermando “la disponibilità in un secondo momento” a parlare con il pm in un contesto più tranquillo: “È relativamente tranquillo, nel contesto della vicenda alluvionale e della situazione in cui si trova”.

Alla domanda se sia d’accordo con l’avvocato di Giovanni Toti, Stefano Savi, che mercoledì ha parlato di “equivoci” e “problemi di interpretazione” degli atti in mano alla procura, Scopesi ha replicato che “è sempre un problema di interpretazione, quattro anni di intercettazioni estrapolate dai contesti devono ovviamente essere interpretate, ma questo vale per tutte le situazioni, questa come altre che si basano prevalentemente su intercettazioni. Ci sono contestazioni di fatto, ma anche moltissime interpretazioni”.

Signorini è l’unico indagato per cui la giudice abbia disposto la custodia cautelare in carcere parlando di un pericolo “attuale e concreto che l’indagato possa reiterare, nell’ambito delle proprie funzioni, altre condotte corruttive analoghe a quelle per cui si procede, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé o per altri”.

Nei prossimi giorni saranno effettuati gli altri interrogatori di garanzia per le persone arrestate: domani sarà il turno di Giovanni Toti, che verrà prelevato dalla sua abitazione di Ameglia per essere sentito a palazzo di giustizia, mentre sabato arriverà dalla sua villa di Quarto Aldo Spinelli.

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