Genova. Il terremoto in Liguria nato dall’indagine dell’indagine, coordinata da un pool di sei pm insieme alla Guardia di Finanza, che ha portato all’arresto di Giovanni Toti, Paolo Signorini, Aldo Spinelli e altri imprenditori, avrebbe scoperchiato un sistema di potere fatto di tangenti e favori incentrato soprattutto, ma non solo, sulla gestione degli spazi in area portuale.
In questo ambito al momento i filoni di indagine riguardano la presunta corruzione del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e l’ex presidente di Autorità di Sistema Portuale Paolo Signorini da parte di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli. Corruzione che ha riguardato alcune delle principali “contese” che in questi anni hanno animato il dibattito per il futuro del porto.
Secondo quanto emerge dalle carte, Spinelli avrebbe finanziato il presidente di Regione Liguria attraverso il comitato Giovanni Toti in più riprese per oltre 74 mila euro e l’ex presidente dell’Autorità di Sistema portuale, Paolo Emilio Signorini, attuale ad di Iren, con soldi, viaggi di lusso, massaggi e casinò, per ottenere il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l, controllata dagli Spinelli, approvato poi il 2 dicembre 2021, per l’assegnazione sempre a Spinelli degli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante, assegnazione arrivata poi tra giugno e dicembre 2022 e per l’assegnazione un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade.
Ma il caso più eclatante riguarderebbe la decisione sul riempimento di Calata Concenter, approvata dal Comitato di Gestione in data 29 luglio 2022 e fortemente voluta dallo stesso Spinelli per aumentare la propria attività portuale e permettere il delicato puzzle di spostamenti e cantieri in ambito portuale e non solo. Il riempimento, infatti, riguarda da vicino anche i cantieri del tunnel subportuale, che lo ha inserito nelle destinazioni delle terra da scavo e del mega progetto della diga, che della trasformazione del porto a pettine di Sampierdarena ha fatto una delle “motivazioni” alla base del potenziamento ritenuto quindi necessario.
Contro questo riempimento si era anche espressa più volte la Soprintendenza delle Belle Arti e del Paesaggio, ricordando come fosse necessario mantenere uno spazio di mare vicino alla Lanterna, il simbolo della città. Una richiesta che era stata “superata” dalle scelte dell’Autorità di sistema portuale e dai vari progetti che si sono susseguiti in questi anni.