Genova. Giornata pesantissima per Carige, al rientro sui mercati dopo l’assemblea dei soci in cui Malacalza ha di fatto bloccato l’aumento di capitale da 400 milioni e quindi il completamento del piano di rafforzamento. Dopo un avvio assai movimentato, in cui il titolo ha faticato persino a fare prezzo, alla chiusura Carige ha segnato una perdita del 18,7%. Il titolo, a 0,0013 euro, ritocca i minimi storici.
Nei prossimi giorni si vedranno le reazioni della Bce. E a Francoforte, oggi, si sono recati i vertici del gruppo Malacalza, socio al 27,5%, per discutere della governance dell’istituto. Malacalza sostiene di voler attendere il piano industriale, a febbraio, per decidere se investire ulteriormente nella banca (in questi anni, del denaro versato, gli è rimasto in tasca circa il 20%). Anche l’ad di Carige e il presidente, Fabio Innocenzi e Pietro Modiano, devono riferire alla vigilanza della Banca centrale europea l’esito dell’assemblea del 22 dicembre.
Sul tema intervengono oggi i sindacati. “Il governo e le istituzioni locali non consentano che la comunità genovese e ligure, i cittadini, i risparmiatori e i lavoratori siano colpiti anche dalla distruzione della Banca Carige. Se ciò accadesse, oltre ai responsabili diretti, anche chi non ha fatto nulla per evirarlo ne porterebbe la responsabilità. Chiediamo che il sindacato non sia lasciato solo nella difesa del territorio e dei lavoratori. Chiediamo che ognuno faccia la propria parte e si mobiliti affinché venga individuata una soluzione, cosa ancora possibile per il valore della Banca, per chi in essa lavora e per ciò che essa ancora rappresenta per il territorio in cui opera”, scrivono Luca Maestripieri, segretario generale Cisl Liguria e Alessandro Mutini, resp. Sas Gruppo Carige, First Cisl.
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Secondo Mario Ghini, segretario generale Uil Liguria e Mario Corte, coordinatore nazionale Uilca Carige: “Il governo e le istituzioni locali non consentano che la comunità genovese e ligure, i cittadini, i risparmiatori e i lavoratori anche quelli delle sedi fuori Liguria, siano colpiti ulteriormente con la distruzione di Banca Carige. Se ciò accadesse, oltre ai responsabili diretti, anche chi non ha fatto nulla per evirarlo ne porterebbe la responsabilità. Chiediamo che i Lavoratori e il sindacato non siano lasciati soli nella difesa di quello che rappresenta per il territorio (e non solo) Carige. Chiediamo che ognuno faccia la sua parte e si mobiliti affinché venga individuata una soluzione, cosa oggi ancora possibile, per il valore della Banca, per chi in essa lavora dentro e fuori dal perimetro regionale”.